Continua l’inchiesta per gli appalti in sanità da cui è scaturito lo scandalo di Concorsopoli.
La Guardia di Finanza, durante le scorse ore, ha proceduto con la perquisizione degli uffici di un dirigente dell’Usl Umbria 1 e di un manager della Servizi Associati.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Paolo Abbritti e Mario Formisano, le ipotesi di corruzione e di frode nelle pubbliche forniture. Secondo le indagini, la Servizi Associati avrebbe provveduto con l’assunzione dei figli, rispettivamente di una dirigente dell’Asl e di una dell’Azienda ospedaliera di Perugia, in cambio della collaborazione delle due dirigenti nel progetto di partecipazione all’appalto per l’assegnazione del servizio di pulizie per conto dell’impresa di cui la Servizi Associati faceva parte. Inoltre, sempre in cambio dell’assunzione dei rispettivi figli, sarebbe stata richiesta la proroga del servizio di pulizia all’ospedale di Perugia per altri 36 mesi (quando il massimo consentito per legge è pari a 6 mesi). Il tutto per un importo pari a 19 milioni di euro di appalto.
I reati su cui si indaga, commessi tra il 2014 e il 2019, sono quelli di turbativa d’asta, corruzione e rivelazione di segreti di ufficio.
Già nel 2018, il fascicolo delle indagini prevedeva la turbativa d’asta, scoperta grazie alle intercettazioni e alle videoriprese che hanno permesso di portare alla luce la vicenda di Concorsopoli, culminata con gli arresti del 2019.
L’avvocato Giancarlo Viti, difensore della Servizi Associati di Perugia, ha dichiarato che la società e il manager indagato ripongono fiducia nell’operato delle istituzioni e si dicono tranquilli.