L’incendio di una parte dello stabilimento di Ponte San Giovanni della Biondi Recuperi ha causato enormi disagi e danni ambientali. Nella giornata di ieri, dopo le ultime verifiche dei tecnici dell’Arpa, l’azienda è stata posta sotto sequestro.
Il provvedimento è stato disposto nell’ambito dell’indagine in corso sulle cause del rogo. L’inchiesta è condotta dai carabinieri del Noe e dai vigili del fuoco. La magistratura non esclude il dolo, anche se non sono stati individuati elementi a supporto di questa tesi.
Tuttavia rimangono i dubbi sul fatto che l’incendio sia divampato all’interno dell’azienda e di domenica pomeriggio.La Biondi recuperi ha comunque messo a disposizione dei carabinieri le immagini del sistema di videosorveglianza interna ed esterna.
Al momento il sequestro è limitato soltanto all’area del capannone interessato dalle fiamme e prosegue regolarmente l’attività dell’azienda che si occupa di raccolta, trattamento e recupero di rifiuti.
Dopo gli ultimi rilievi effettuati dai tecnici dell’Arpa il legale dell’azienda, l’avvocato Michele Bromuri, ha comunicato, attraverso l’Ansa, che l’azienda “ha sempre rispettato tutti gli atti autorizzativi e le norme legate alla sua attività”. Ed ha spiegato “Il lavoro prosegue perché l’area interessata dall’incendio e messa sotto sequestro è solo una porzione. I dirigenti dell’azienda stanno collaborando con gli investigatori perché venga accertato quanto successo”.