E’ stata celebrata dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia la messa per San Michele Arcangelo, Santo Patrono della Polizia di Stato.
Alla cerimonia religiosa hanno preso parte gli allievi del 209° Corso provenienti dalla Scuola di Polizia di Spoleto, la rappresentanza dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato con il proprio Gonfalone e le rappresentanze dei Reparti.
Presenti le massime autorità civili e religiose: tra gli altri il procuratore Raffaele Cantone, il prefetto Armando Gradone, il presidente della Corte d’appello, Vincenzo D’Aprile, il Rettore dell’Università Maurizio Oliviero.
Nel suo breve intervento il questore Antonio Sbordone ha a sottolineato «l’importanza della fermezza, ma al tempo stesso della solidarietà che ogni giorno le donne e gli uomini della Polizia di Stato garantiscono, insieme al resto delle forze dell’ordine, nella lotta contro il male a garanzia del bene pubblico».
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nell’omelia celebrata nella cattedrale del capoluogo umbro insieme al cappellano della Polizia di Stato, don Emanuele Bolognino, ha detto: «La gente ha paura, sta diventando diffidente verso tutto e verso tutti. E’ un segno di involuzione, che nasce però da sofferenze subite o temute».
«Occorre certamente reprimere tanti fatti delinquenziali – ha detto ancora Bassetti – e soprattutto coloro che organizzano la delinquenza avvalendosi di una aberrante manovalanza di disperati. Ma occorre soprattutto prevenire e scoraggiare tante forme di bullismo violento, che in modo vigliacco arrivano a colpire, e spesso uccidere, persone buone e inermi, come abbiamo visto in recenti episodi. Penso alle tante ‘tolleranze’ di prevaricazioni entrate in uso, che creano mentalità, abitudine, costume, e che, crescendo e ampliandosi, generano alla lunga situazioni irrecuperabili. Ogni disordine personale e sociale all’origine è piccola cosa; lasciato correre, però, può diventare incontrollabile e dannoso» ha detto il cardinale. In questo anno 2020, così particolare per la diffusione della pandemia, anche il Corpo della Polizia ha dovuto far fronte a situazioni estreme, che nessuno si sarebbe mai aspettato». «Uomini e donne del vostro Corpo – ha proseguito – si sono prodigati senza sosta, non solo per mantenere l’ordine e le direttive d’emergenza, ma anche per portare a quanti vivono soli, agli anziani e ai malati aiuto e assistenza. E accompagnare i morti alla sepoltura. E’ stato un tempo terribile: voglia Iddio che non si ripeta. Per questo – ha concluso – occorre la massima prudenza di tutti e il rispetto delle regole date».