La società Acea, proprietaria dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti di Le Crete a Orvieto si rifiuta di far fare dei controlli all’interno della discarica all’Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente, il cui direttore generale Walter Ganapini aveva richiesto formalmente la collaborazione dell’azienda per realizzare dei monitoraggi con lo scopo di accertare eventuali fenomeni di inquinamento dovuti al conferimento di rifiuti pericolosi.
Tra l’azienda e l’agenzia regionale ci sarebbe stato un secco scambio di corrispondenza di cui adesso dà conto il Wwf. Secondo l’associazione ambientalista, Acea avrebbe respinto al mittente la richiesta di Arpa di eseguire dei controlli attraverso metodi elettromagnetici che siano cioè in grado di verificare la presenza di fenomeni di inquinamento anche a diversi metri di profondità.
Acea si è detta indisponibile a consentire ad Arpa di effettuare i controlli, con argomentazioni che sarebbero da ricondurre al fatto che, secondo l’azienda, non ci sarebbero i presupposti giuridici in grado di giustificare questo tipo di controlli non programmati con la stessa Acea. Questa sembrerebbe almeno la motivazione del diniego. L’iniziativa di Arpa e la richiesta di intervento per controllare gli strati più profondi della discarica deve essere messa in collegamento alla presenza di mercurio nel Paglia che era emersa lo scorso anno come conseguenza dell’inquinamento del fiume provocato dalle miniere di cinabro sul monte Amiata.
L’avvocato Valeria Passeri che rappresenta l’associazione Amici della Terra e Italia Nostra oltre che il Wwf, si augura una soluzione veloce del caso. «Come Wwf di Perugia auspichiamo che vengano eseguite il prima possibile adeguate ispezioni volte ad accertare le cause dell’inquinamento del bacino del Paglia, valutando anche la presenza della discarica Le Crete» dice.