di Bruno Di Pilla – Purtroppo il bieco mercantilismo, che dominò il mondo per tre secoli consecutivi e si basò sulla potenza degli Stati assoluti, protezionisti e colonialisti, esiste ancor oggi. Malgrado le aperte condanne teoriche dei fisiocratici francesi e dei liberisti della Scuola Classica inglese, poi ribadite con forza dai socialisti utopisti e dai collettivisti Marx ed Engels, nonché da marginalisti e Keynesiani, molti Stati moderni continuano imperterriti a praticare politiche aggressive ed incentrate sull’espansionismo economico e militare. Inutile citare esempi. Chi può negare le crescenti tensioni, per ora solo diplomatiche, tra Cina e Stati Uniti, oppure le ambizioni “muscolari” di Russia, India, Regno Unito, Turchia, Giappone, Arabia Saudita e perfino della Nord Corea? La pandemia, invece di affratellare i popoli, ne ha sancìto un ulteriore isolamento, con l’inevitabile conseguenza della difesa ad oltranza di criteri nazionalistici. Dovrebbe fare eccezione l’Unione Europea, i cui 27 Paesi membri, però, mostrano troppo spesso lacerazioni insanabili nei rapporti reciproci. Come dire che solidarietà e politiche economiche e militari comuni sono, almeno per ora, autentiche utopie.