di Bruno di Pilla – Basta con il consenso informato. Se davvero vuole combattere e fermare i sempre più affollati (eufemismo, per non dire oceanici) raduni di piazza dei no vax, lo Stato imponga finalmente con legge formale del Parlamento l’obbligo “erga omnes” della vaccinazione anti-Covid. Per tutti i cittadini e non soltanto per le categorie più esposte, tipo insegnanti, medici, infermieri e dipendenti pubblici e privati. In tal modo le conseguenze economiche di eventuali e più o meno gravi effetti collaterali della puntura ricadrebbero non solo sull’ente pubblico per antonomasia, ma, soprattutto, sulle multinazionali farmaceutiche e non più sulla sola pelle dei pazienti. Sulla carta sarebbe questo l’unico modo per sradicare, una volta per tutte, l’idiosincrasia di tanti soggetti, giovani e anziani, che consapevolmente si ostinano a non volersi vaccinare. Paura? In effetti, sono in molti a temere non solo la morte immediata, ma anche danni consistenti, nel lungo periodo, all’equilibrio psico-fisico personale, magari già traballante per malattie pregresse. La terapia obbligatoria spazzerebbe via, con un colpo di spugna, ansie e fobie d’ogni genere, al tempo stesso costringendo Stato ed imprese dei vari farmaci in commercio ad accollarsi l’onere di ogni eventuale risarcimento per danni imprevisti. E spingerebbe ulteriormente scienziati e ricercatori delle case farmaceutiche ad intensificare l’indispensabile sperimentazione, atta a rendere via via più efficaci e sicuri i sieri prodotti.