di M.C.
Un anno fa la paura tornava a scuotere il centro Italia, dopo il terremoto del 24 agosto che distrusse Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, il 30 ottobre un nuovo sisma tornò a colpire con maggiore potenza. Non ci fu nessun morto, un miracolo, o per meglio dire una serie di fattori: le case danneggiate erano già vuote, molte erano già state messe in sicurezza in passato, l’orario delle scosse, o semplicemente la fortuna.
Il 24 agosto fu strage mentre il 30 ottobre fu devastazione.
Norcia si svegliò tra le macerie della basilica di San Benedetto e la protezione civile rese noto che “e le persone assistite dopo le scosse del 24 agosto erano circa 5mila, il picco è stato raggiungo dopo il 30 ottobre, quando sono salite a circa 30mila”. Oggi ne rimangono 6.486 e, molte di esse, erano presenti questa mattina alle 7:40 (orario in cui il terremoto colpì la città) nel piazzale della famosa chiesa di cui, ora, rimane solo la facciata esterna.
“Da questo luogo altamente simbolico faccio appello a tutte le istituzioni civili, ecclesiali e private perché cooperino con alacrità e costanza”. Ha dichiarato il segretario di stato del Papa, cardinale Pietro Parolin, rivolgendosi alle istituzioni a seguito delle numerose sollecitazioni arrivate all’arcivescovo di Spoleto e Norcia nei mesi precedenti.
E’ necessario, inoltre, “evitare lo spopolamento dei borghi ripetutamente feriti dagli eventi tellurici” per evitare che vada perduta una comunità e una cultura ricca di arte, di bellezze paesaggistiche e di tradizioni fondamentali per il nostro territorio e non solo.
Alla cerimonia ufficiale del ricordo erano presenti anche numerose autorità militari e civili, come la presidente della Regione Catiuscia Marini, che ha espresso parole di ringraziamento nei confronti di tutte le donne e gli uomini intervenuti in soccorso alle popolazioni colpite dal sisma “Un gesto semplice, ma carico di un profondo sentimento di riconoscenza, per dirvi grazie di cuore per ciò che avete fatto. Per quanto ci siete stati vicini, sin dalla primissime ore di quel drammatico 30 ottobre dello scorso anno”.
Il terremoto di un anno fa ha portato distruzione e macerie ma ha anche permesso di riscoprire la grande solidarietà proveniente dall’Italia e da tutto il mondo tramite donazioni, consegna di beni primari alle persone rimaste senza casa o, addirittura, c’è chi ha dato un posto dove dormire a qualche sfollato.
Resta però aperto il dibattito sulla ricostruzione, ad oggi è stato rimosso solo il 18 percento delle macerie sulle 100 mila tonnellate stimate e le macchinose procedure burocratiche non aiutano a velocizzare il bisogno di rinascita.
Lo stato di emergenza resta quindi invariato diventando quotidianità per le popolazioni colpite, in 12 mesi sono state consegnate solamente 200 casette su un totale di circa 2.000 di cui 1.588 sono ancora in montaggio. Per questo motivo molte persone si sono ritrovate costrette a rifarsi una vita altrove, spostandosi sulla costa e abbandonando il luogo in cui magari sono nati o cresciuti.