A quattro anni dal sisma che sconvolse il Centro Italia sono 2.045 le domande presentate in Umbria per la ricostruzione, di queste solo 907 sono state accolte a fronte di 11.890 edifici privati danneggiati e 409 ristrutturati.
In un servizio pubblicato oggi sul Corriere dell’Umbria, si riferisce che sono questi i dati di sintesi di un post terremoto che stenta a decollare e che ora, dopo le ultime ordinanze presentate dal commissario straordinario Giovanni Legnini, dovrebbe prendere forma, come auspicano la presidente della Regione, Donatella Tesei, il direttore della Protezione civile regionale, Stefano Nodessi e il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno.
Il bilancio
Secondo il report dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, riguardano per la maggiormente (1.618) i danni leggeri, solo 60 quelli gravi in base all’ordinanza n. 13 e 367 sempre quelli della ricostruzione pesante secondo l’ordinanza 19. La maggior parte delle istanze accolte (810) riguarda, ovviamente, i danni leggeri. Le richieste respinte sono state 129, mentre ne sono in lavorazione oltre 1.000. A fronte di queste richieste sono stati concessi oltre 157 milioni di contributi e 64 milioni di autonoma sistemazione. Per quanto riguarda Norcia su 178 pratiche presentate, ne sono state accolte 95 e respinte 23. A Cascia la situazione è leggermente migliore perché sono pervenute 267 domande e accolte 173. Un altro dato interessante rispetto all’andamento della ricostruzione riguarda il Comune di Preci dove, il rapporto tra istanze presentate (83) e accolte (35) si ferma al 48%. In totale solo solo 409 gli edifici privati rimessi a posto. Fermi anche i cantieri delle chiese (147 quelle finanziate) che, con una delle ultime ordinanze, si punta a sbloccare, grazie all’equiparazione dei luoghi di culto agli edifici privati fino a un massimo di 5 milioni di lavori. Per quanto riguarda le opere pubbliche se ne contano 200 finanziate per un totale di 228,6 milioni impegnati. Tra di esse ci sono scuole (58), case popolari (32), sedi di Comuni (20), 14 tra mura, torri e palazzi, 16 cimiteri, 26 per mitigare il dissesto idrogeologico.
Le reazioni
Nel processo di sburocratizzazione dell’iter per la ricostruzione l’Umbria ha fatto la sua parte. A dirlo è la governatrice. “Stiamo lavorando tanto con il nuovo commissario, sia con l’ordinanza 100 che con i continui contatti. Nei giorni scorsi – ha spiegato Tesei – si è conclusa una cabina di regia in cui stiamo cercando di migliorare le situazioni per agevolare il più possibile i tempi della ricostruzione. Da parte nostra c’è un impegno molto grande proprio per ripartire. Il lavoro è tanto ma speriamo che a breve i risultati comincino a vedersi. E’ arrivato il momento della concretezza e in cabina di regia lo stiamo adottando. Tante cose che noi avevamo chiesto per velocizzare e semplificare sono state accolte”. “Serve un grande piano strategico per la ricostruzione di questi territori”. A dirlo è il sindaco Alemanno che, tracciando un bilancio della situazione del suo comune, lancia l’allarme sul rischio spopolamento. “Non vogliamo abbandonare i nostri comuni, abbiamo bisogno di risorse: serve una visione per questi territori che non può non comprendere la filiera turismo-ambiente-cultura. Questa può essere anche un’opportunità di sviluppo per il Paese perché in Europa non c’è un cantiere di queste dimensioni. A quattro anni dal terremoto, solo una piccola parte delle 1.700 famiglie di Norcia ha potuto fare ritorno nella propria casa, circa 250. Nel comune umbro in cui nacque San Benedetto si continua a lottare: prima per la ricostruzione, poi per evitare lo spopolamento. Ora anche contro il Covid. Non è stato facile per le nostre famiglie passare il lockdown nelle circa 600 soluzioni abitative di emergenza: è stato già complicato farlo in casa, figuriamoci in spazi stretti. La ricostruzione procede a rilento ma Norcia vuole continuare a guardare avanti. Abbiamo avuto un’estate fortunatamente piena di turisti – continua Alemanno – e proposto tanti spettacoli gratuiti: l’omaggio a Morricone, i concerti di Simone Cristicchi e Daniele Silvestri, e tanti altri. Le nostre iniziative tendono lo sguardo verso il futuro, ma abbiamo bisogno di fare presto perché se le nostre persone scelgono di andare via e trovano soluzioni diverse non tornano più. Siamo riusciti a tenere nell’immediato dopo terremoto, facendo scelte importanti, dando priorità alla scuola prima che al lavoro e alle case: eravamo 4.950 persone prima del sisma e oggi siamo circa 200 in meno, un trend che è rimasto esattamente quello precedente al 2016. Purtroppo, oggi non possiamo accogliere persone che potrebbero venire a vivere a Norcia perché abbiamo bisogno di patrimonio immobiliare che al momento non c’è”. Positivo il giudizio di Alemanno sull’accelerazione data da Legnini. “Per quanto riguarda la ricostruzione privata – dice – il commissario ha agito direttamente con una sua ordinanza, la numero 100, che ha cambiato il paradigma della ricostruzione, spostando la responsabilità dell’istruttoria per la determinazione del contributo dagli uffici pubblici alla responsabilità privata del progettista, del professionista. A Legnini va riconosciuto il merito di essere immediatamente entrato all’interno dei problemi e di avere tentato di incidere da subito”.
L’analisi
“La ultime ordinanze del commissario Legnini possono dare un’accelerazione forte alla ricostruzione”. Stefano Nodessi Proietti direttore della Regione a capo della Protezione civile dell’Umbria ne è convinto. E’ convinto soprattutto che ora “tutti debbano fare la loro parte: i tecnici in primis che sono stati messi nelle condizioni di presentare più velocemente i progetti. Soprattutto la riparazione dei danni lievi non può più attendere: le famiglie devono rientrare in casa e con poche pratiche, in autocertificazione, i professionisti possono invertire la situazione”.