Corruzione e peculato, sono i cardini dell’inchiesta della procura di Spoleto che ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Norcia e altri tre. Alemanno deve difendersi dalle accuse di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e anche peculato per l’uso dell’Alfa del Comune. L’inchiesta prende spunto dall’autorizzazione concessa a installare un prefabbricato nel periodo post sisma per dare una sede all Bcc di Spello e Bettona, il bando per la concessione del servizio di tesoreria del Comune di Norcia e da alcuni fidi bancari concessi o prorogati al sindaco di Norcia Nicola Alemanno sia come persona fisica che come rappresentante legale di una società.
Ai quattro indagati viene contestata la turbata libertà degli incanti in relazione al bando per la concessione del servizio di tesoreria comunale, mentre per il sindaco l’accusa di peculato deriva «dall’utilizzo per fini personali dell’Alfa Romeo 159 di proprietà del Comune» tra il dicembre dicembre 2018 e il gennaio 2019.
Difeso dagli avvocati Luisa Di Curzio e Manlio Morcella, Alemanno ha sempre respinto tutte le accuse, dicendosi pronto a dimostrare la correttezza del proprio operato: martedì non è stato possibile parlare nuovamente con il sindaco perché impegnato in riunione fino a sera.
Il procuratore capo Alessandro Cannevale e i sostituti Patrizia Mattei e Michela Petrini, poi, hanno chiesto il processo anche per Maurizio Del Savio, all’epoca dei fatti direttore generale della Bcc, Maurizio Carnevale, oggi dg dell’istituto di credito, e Loretta Marucci, nel post sisma responsabile dell’area economico e finanziaria del Comune, difesi dagli avvocati David Brunelli, Bricca Lanfranco e Nicola di Mario.
I pm vogliono procedere anche contro la Bcc di Spello e Bettona, rappresentata dall’avvocato Falcinelli.
Tutti sono attesi in aula dal gup Paolo Mariotti alla metà di maggio insieme, eventualmente, alle parti offese del procedimento individuate tra cui Comune di Norcia e Regione Umbria.