Ore di parua per la salute di Silvio Berlusconi. Ieri c’è stato un brusco peggioramento delle condizioni di salute che ha colto il Cavaliere nella casa in Costa Azzurra di sua figlia Marina dove si è autoesiliato dopo essere sopravvissuto alla brutta forma di Covid 19 che lo ha colpito nel settembre scorso e che aveva portato al suo ricovero al San Raffaele. Nell’intensificarsi dell’impegno a ridosso della crisi del governo Conte, gli è piombato addosso il segnale d’allarme. Il suo medico curante, Alberto Zangrillo, era andato a trovarlo lunedì scorso per i controlli consueti. E la situazione che si è trovato davanti era tutt’altro che confortante: il cuore di Berlusconi, il cuore che già tanti problemi gli ha dato in passato, è tornato a fare le bizze.
«Un problema aritmico», sintetizza Zangrillo. Ma di dimensioni tali da sconsigliare del tutto il viaggio in Italia, e anzi da rendere necessario il ricovero del paziente in clinica.
Tra martedì e mercoledì Berlusconi è stato trasferito al Centro cardiotoracico di Monaco, il moderno ospedale sull’avenue d’Ostende del Principato. Una struttura all’avanguardia della medicina cardiovascolare, considerata pienamente affidabile, anche se Zangrillo avrebbe preferito portare il paziente a Milano, al San Raffaele. Ma la storia clinica del cuore di Berlusconi sconsiglia qualunque azzardo, il leader azzurro porta da quindici anni il pacemaker che gli venne installato in Ohio, quattro anni fa Zangrillo gli ha dovuto inserire una protesi aortica di origine animale dopo una crisi drammatica.
E il recente faccia a faccia col Covid («Un altro al mio posto sarebbe morto, avevo una carica virale altissima») può avere lasciato strascichi ancora inesplorati. Insomma, meglio non rischiare. Cinquanta chilometri di strada, da Châteauneuf-de-Grasse, dove sorge la villa di Marina, e Berlusconi è nella clinica di Monaco. Situazione sotto controllo, ma per almeno qualche giorno probabilmente i medici non autorizzeranno la dimissione. «Sono in buone condizioni di salute», fa sapere ieri Berlusconi parlando di «accertamenti poco più che di routine» imposti dai medici: «Non sono preoccupato per le mie condizioni ma per quelle di tanti italiani».