Riceviamo e pubblichiamo sosteniamo il contenuto e” l’associazione Uno in Famiglia”.
Gentilissimo Assessore, la nostra associazione, nata in un momento storico non propizio, è formata da genitori di bambini affetti da diabete di tipo 1 seriamente preoccupati per ciò che sta accadendo in Umbria.
Se molti dei nostri concittadini hanno dovuto modificare le proprie abitudini con non poche difficoltà e sperimentare paura e incertezza, noi questa paura ed incertezza le abbiamo vissute già da tempo. Perché il nostro nemico invisibile è già nelle nostre case giorno e notte e non se ne andrà insieme al Covid-19, ma rimarrà con i nostri figli per tutta la loro vita o almeno fino a quando non troveranno una cura….
In questi giorni di isolamento forzato la paura aumenta perché non possiamo accedere alle visite di controllo che alcuni dei ragazzi hanno addirittura tutti i mesi. La soluzione per stare vicino a tutte queste famiglie si chiama Telemedicina e molte regioni l’hanno già approvata e codificata.
Abbiamo scritto tre settimane fa alla Direzione Sanitaria e alla Clinica Pediatrica di Perugia sottoponendo questo problema ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Il diabete di tipo 1 ha bisogno di controlli e di ripetuti contatti medico-paziente: Assessore Coletto tra qualche giorno sarà troppo tardi, abbiamo bisogno del suo intervento subito!
Associazione Diabete Uno in Famiglia
Il Diabete in Umbria
In Umbria il 5% della popolazione tra i 18 e i 69 anni (29 mila persone)risulta diabetico,la percentuale aumenta con l’età e raggiunge il 19% tra gli ultra 64enni (43 mila persone).
Nella nostra regione il 70% delle persone con diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata negli ultimi 12 mesi,di questi 41% negli ultimi 4 mesi come raccomandato.
L’83% delle persone con diabete dichiara di essere in trattamento farmacologico, la gran parte (77%) con ipoglicemizzanti orali. Complessivamente in Umbria c’è un maggior ricorso al centro diabetologico rispetto il dato medio nazionale (il 77% contro il 64%).
In particolare il 51% è seguito dal centro diabetologico, il 19% dal medico di medicina generale e il 25% da entrambi. Pochi dichiarano di essere seguiti da altri specialisti (meno del 3%). Il ricorso al centro diabetologico è maggiore tra i 50-69enni e tra i cittadini italiani. Sono prevalentemente pazienti con ipertensione e che utilizzano farmaci (specialmente insulina).
I dati sono riferii al 2019, resi noti in occasione della giornata mondiale del diabete dalle aziende sanitarie di epidemilogia dell’Umbria.