Francesca Garofane, 36 anni, è stata assolta dall’accusa di omicidio volontario della madre.
La donna, per il gup del tribunale di Perugia Valerio D’Andria, era totalmente incapace di intendere e di volere, quando il 14 gennaio scorso uccise la madre Augusta Brunori, 69 anni, con una coltellata alla schiena nell’abitazione di Magione.
Il processo si è svolto con il rito abbreviato e ha disposto la misura di sicurezza in una Rems per dieci anni, essendo stata ritenuta socialmente pericolosa.
La Garofane è tuttora ricoverata all’interno del Repartino psichiatrico del Santa Maria della Misericordia. In attesa che la Rems di Volterra dia la disponibilità per un posto.
L’omicidio avvenne nell’abitazione di Magione, in via Case Sparse 10, in cui vivevano padre (in quel momento assente) e figlia. Secondo la ricostruzione accusatoria Francesca colpì la madre alle spalle in mezzo al giardino tra l’abitazione principale e la depandance. La donna fu trovata riversa a terra con un coltello da cucina ancora conficcato nella schiena. Madre e figlia avevano dormito da sole nella notte in una dependance dell’abitazione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti fu lei a dare l’allarme, poco prima delle 10, chiamando al telefono la casa di cura di Magione presso cui era stata ricoverata in passato proprio per le patologie mentali da cui era affetta. In un primo momento aveva parlato di suicidio della madre, poi di una rapina finita nel sangue.
Francesca Garofane era già stata protagonista di episodi violenti in passato. Aveva aggredito la madre anche nel novembre 2014, nella casa della donna a Ellera, in via Gramsci. Al 2006 risale un’altra denuncia: accusata di avere picchiato e strappato una ciocca di capelli ad una commerciante de La galleria di Ellera.