Si sta cercando di fare luce sulla improvvisa moria di pesci che sta colpendo ormai da settimane la sola specie del carassio al Trasimeno. Sarebbe riconducibile all’ambiente lacustre e all’eutrofizzazione. In sostanza, anche per via delle alte temperature, si è verificato un aumento notevole delle alghe dovuto alla maggiore disponibilità di uno o più fattori di crescita necessari per la fotosintesi, come la luce solare, anidride carbonica e i nutrienti (azoto e fosforo). Dunque, quando le alghe iniziano a crescere in modo incontrollato si forma una biomassa sempre più consistente destinata al degrado.
Per demolire tutte le alghe morte è richiesto un consumo eccessivo di ossigeno, in alcuni casi quasi totale da parte dei microrganismi, che decomponendo la sostanza organica liberano composti che sono tossici, quali ad esempio l’ammoniaca e l’acido solfidrico (H2S),, che vanno ad avvelenare i pesci.
Alcuni carassi morti sono stati prelevati e inviati all’Istituto Zooproffiattico dell’Umbria, per sottoporli a degli esami che possano infine stabilire quanto questo possa influire sulla salute pubblica. Al momento non esisterebbe alcun elemento che faccia ipotizzare un qualche tipo di rischio per l’uomo.