Con Ubaldo Orlandi, che proprio ieri disputava per la centesima volta la celebre manifestazione, la Società Balesterieri di Gubbio ha vinto, con uno dei suoi esponenti di maggior prestigio, il secolare Palio della Balestra con la società di Sansepolcro, disputato in una data diversa dalla tradizionale ultima domenica di maggio.
Tale manifestazione, alle cui regole si rifanno altre competizioni di tiro con la balestra “grossa” che si tengono in oltre venti città d’Italia, si svolge ininterrottamente dal XV secolo. Viene organizzato dalla Società Balestrieri di Gubbio e dalla Società Balestrieri di Sansepolcro, nel quadro delle feste in onore dei rispettivi santi protettori, il patrono della città umbra Sant’Ubaldo e il santo fondatore di quella toscana Sant’Egidio.
La gara consiste nel centrare il bersaglio, detto corniolo o tasso, con una freccia scagliata da una balestra a una distanza di 36 metri.
La storica disputa si svolge nell’affascinante scenario della Piazza Torre di Berta circondata da palazzi rinascimentali. Per tradizione, l’araldo legge al mattino il bando di sfida ai rivali eugubini. Nel pomeriggio, dopo la benedizione delle armi, i balestrieri delle due città entrano in piazza, accompagnati dal rullo dei tamburi e dal suono delle chiarine, mentre gli sbandieratori lanciano in aria le Bandiere con i colori degli antichi quartieri. I tiratori delle due città, in costumi rinascimentali, si alternano sui banchi di tiro. In un’atmosfera magica che rievoca le antiche giostre, la piazza aspetta in silenzio il rumore dei colpi secchi delle frecce che si conficcano nel corniolo (bersaglio di forma tronco-conica posto a 36 metri di distanza). Il premio per il vincitore del palio in origine consisteva nella consegna di un panno di lana (dal latino “pallium”). Oggi un artista ogni anno diverso scelto dalla Società Balestrieri di Sansepolcro realizza il trofeo che resterà nella sede del vincitore.