Nel bell’articolo di Massimo Boccucci pubblicato oggi sul Messaggero Umbria, si parla degli eugubini sparsi qua e là nel mondo, che si ritrovano uniti ad affrontare l’emergenza coronavirus.
Eugubini a Jessup in Pennsylvania nel nordest degli Stati Uniti, dove oltretutto a fine maggio si celebra un’edizione particolare festa dei Ceri. In tantissimi, a ogni latitudine, si stanno stringendo in queste ore attorno alla propria terra d’origine.
E poi ci sono gli eugubini che vivono nei Paesi lontani e lo testimoniano con messaggi a raffica, tra mail e social raccolti dall’associazione Eugubini nel Mondo che da vent’anni accorcia quotidiana mente le distanze tra la città e i suoi figli lontani promuovendo il dialogo e la condivisione di notizie e appuntamenti.
“Sentiamo una grande partecipazione, condivisione e incitamento per su perare questo difficile momen to”, dice Mauro Pierotti, presidente dell’associazione con un passato da anestesista all’ospedale di Branca. In tutte le maniere gli eugubini sparsi per l’Europa e gli altri continenti si fanno sentire, rivolgendosi tanto ai familiari quanto alla città con la quale hanno sempre mantenuto orgogliosamente un legame anche tra le nuove generazioni cresciute con i valori dell’appartenenza di sangue.
La vicinanza e l’affetto si avvertono in Lussemburgo dove la presenza eugubina è radicata, così come in Belgio, Francia, Germania, Svizzera fino al Canada tra Toronto e Vancouver, passando per l’Australia e la Nuova Zelanda.
Attestati giungono anche da Thann, la cittadina francese dell’Alsazia gemellata con Gubbio dal 1958 nel la comune venerazione per Sant’Ubaldo del quale custodi sce una reliquia. «Dalle varie parti del mondo ci chiedono come vanno le cose da noi – spiega Pierotti – e anche informazioni sulla festa dei Ceri. Sono messaggi semplici, carichi di sentimenti ed emozioni nei nostri con fronti. Ci esortano a resistere auspicando la fine dell’emergenza».