“Prima ci confrontiamo con le amministrazioni pubbliche, poi diamo inizio agli investimenti concordati”. E’ il programma di Rocchetta spa, dopo che la sentenza del Consiglio di Stato ha acceso di fatto il semaforo verde al progetto rimasto fermo per i contenziosi giudiziari. Lo annuncia l’avvocato Chiara Bigioni, dirigente apicale della società, che esprime soddisfazione piena per quanto deciso dalla Magistratura, col riconoscimento della validità della determina della Regione del 2015, che proroga la concessione mineraria.
Il 25 giugno 2021 è stata pubblicata la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha giudicato legittima la proroga della concessione regionale – in scadenza nel febbraio 2022 – “per la coltivazione di sorgente di acqua minerale” alla società Rocchetta.
Il massimo organo di tutela della giustizia nell’amministrazione pubblica si è espresso sull’appello per la riforma della sentenza del Tar dell’Umbria del settembre scorso. Una questione, quella della proroga della concessione, che divide l’opinione pubblica da sei anni. Da una parte si sono visti schierati i sostenitori delle ragioni della società Rocchetta, della Regione e del Comune di Gualdo Tadino, dall’altra chi è convinto delle istanze rappresentate dalla Comunanza Agraria Appennino Gualdese.
Nel mezzo tanti gualdesi che avrebbero voluto si trovasse un accordo e poter vedere e vivere di nuovo la valle della Rocchetta devastata dall’alluvione del novembre 2013 e soltanto in minima parte ripristinata.
Di fronte al Consiglio di Stato si è costituito in giudizio anche il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Nell’articolato dispositivo, il Consiglio di Stato, oltre a ripercorrere i fatti principali della complessa vicenda, ha riunito in un solo processo tutte le impugnazioni proposte separatamente contro la stessa sentenza. Nel giudizio si trattava, appunto, della legittimità del provvedimento regionale di proroga della concessione mineraria.