Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Gallinella, ha proposto uno studio che analizza i dati Niesen sulle scelte dei consumator, allarmati dai fattori primari dell’ pidemia e dalle restrizoni del governo.
Filippo Gallinella commenta “Analizzando i dati che si sono pervenuti dalle ricerche condotte da Nielsen, possiamo vedere che prima dell’emergenza Covid-19 c’è stato un picco della Gdo nella settimana compresa tra lunedì 24 febbraio e domenica 1 marzo, in cui si è registrata una crescita a doppia cifra rispetto alla stessa settimana del 2019, con un’impennata del 12,2% insieme ai discount (+17,8%), seguiti dagli Specialisti Drug (+17,5%). Anche i supermercati sono cresciuti a doppia cifra (+14,6%), così come i liberi servizi (+10,8%), mentre in lieve frenata gli ipermercati che hanno registrato una performance positiva, ma sotto la media (+7,2%), anche come conseguenza della chiusura di alcuni punti vendita nei centri commerciali. In controtendenza il dato dei format Cash & Carry che ha fatto segnare un trend negativo (-9,2%) dovuto alle difficoltà dei player Horeca che utilizzano questo canale come fonte di approvvigionamento, la cui causa principale è riconducibile alla chiusura dei ristoranti e degli alberghi”.
Nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile invece assistiamo ad una tendenza in calo delle vendite negli Ipermercati (-16,3%) e degli Specialisti Drug (-22,2%), rispetto alla settimana presa in esame dal 24 febbraio e domenica 1 marzo, con una lieve flessione delle vendite ai supermercati (14,2%) rispetto al 14,6%, così come i discount (4,5%) contro il 17,8%, mentre i liberi servizi segnano un 36,0% in più rispetto al 10,8%. I Cash & Carry, invece, sempre per le ragioni succitate segnano un disastroso trend (-48,8%). Anche la Pasqua è stata sottotono, segnando un -49,0% per la vendita delle uova, -51,6% per quella delle colombe e -51,9% per i prodotti da forno pasquali.
Con il lockdown – conclude Gallinella – sono cambiate invece le modalità di acquisto, facendo aumentare la percentuale della spesa online del 10%, mentre nelle ultime tre settimane 3 italiani su 4 hanno ordinato cibo da asporto e in particolare il 64% ha preferito pasti pronti con consegna a domicilio. Quest’ultimo dato ci fornisce una proiezione ben diversa da ciò che immaginavamo fino a qualche anno fa, con un mercato generale che probabilmente si sta spostando in tale direzione e ciò ci fornisce spunti di riflessione su cui dovremo lavorare, al fine di non trovarci impreparati e programmare al meglio il futuro”