Sono giunte a settemila le domande di cassa integrazione in Umbria con causale Covid 19. I dati aggiornati alle 17 di giovedì sono di 7.196 richieste pervenute, per 18.570 lavoratori da mettere in cig. Oltre 3.900.000 le ore di ammortizzatore sociale da riconoscere, per un totale complessivo di 32 milioni di euro di fabbisogno. Le pratiche in via di autorizzazione sono 700, il 10% del totale.
La Regione per velocizzare le procedure ha creato una task force interna di 25 persone.
Le pratiche di cassa integrazione devono ottenere il disco verde dalle singole Regione, prima che l’Inps passi al pagamento. Ad oggi non risultano problemi di copertura economica. I due stanziamenti arrivati dal governo nazionale coprono 40 milioni in tutto. 20 milioni su una prima tranche di 1,4 miliardi e altri 20 su un secondo riparto da 1,3 mld.
Si è in attesa della terza assegnazione: il monte cig messo a disposizione dal governo era di 3,4 miliardi. Palazzo Donini per aumentare la disponibilità ha chiesto per vie formali lo sblocco dei fondi di riserva giacenti all’Inps: 21,5 milioni di euro. Sono i soldi risparmiati dai precedenti accordi sugli ammortizzatori sociali. Si attende responso.
Gli addetti che non lavorano a causa del Coronavirus in Umbria sono 118 mila (su 363 mila totali). Di cui: 62 mila dipendenti a tempo indeterminato, 19 mila a tempo determinato.
Per i dipendenti c’è la cassa integrazione, ordinaria e in deroga, che compensa nel complesso fino all’80% del reddito. Agli autonomi vanno i 600 euro. Le partite Iva che dal 15 aprile hanno ricevuto sul proprio conto corrente l’indennità di 600 euro dell’Inps sono più di 41mila. Sono in corso di erogazione i pagamenti per altre 7.709 persone, per un totale di 49.163 cittadini, di fronte alle oltre 61mila domande ricevute. Ci sono anche altri ammortizzatori in campo, come il fondo bilaterale di solidarietà degli artigiani. Stando ai numeri di martedì scorso, gli addetti del comparto dell’artigianato fermi sono 13.755 per 3.294 domande presentate per accedere al fondo. Secondo Giuseppe Siniscalchi della Uil artigianato dell’Umbria, “sono già stati stanziati oltre 600mila euro a favore di oltre 350 aziende artigiane. In questo modo le somme potranno essere messe subito nelle buste paga dei lavoratori”. Si tratta di lavoratori spesso a riposo forzato, come nel caso di parrucchieri ed estetisti le cui attività sono chiuse per decreto, o di attività artigianali che registrano la riduzione di commesse o di lavori da svolgere. Era stata la Cna a chiedere una ripresa graduale di estetisti, parrucchieri ma anche impiantisti ed aziende che si occupano di export, nel rispetto delle misure di sicurezza previste dal decreto anti contagio.