Oltre mille famiglie della diocesi sono state aiutate dall’Emporio della Solidarietà, la struttura voluta dalla Caritas diocesana che trova spazio in via XI Settembre a Città di Castello.
Lo riporta La Nazione di oggi, ricordando che l’attività è nata nel 2012 e che fin dalla sua fondazione ha visto tante persone, attività, semplici cittadini e istituzioni vicino, con l’unico scopo di aiutare chi si trova in difficoltà: basta ricordare che dal 2012 a giugno 2018 ha fornito beni alimentari a oltre 3.500 persone.
«La fine di ogni anno porta ad un momento di riflessione su ciò che c’è stato e su quello che ci attende: le attività della Caritas, sempre molteplici, continuano a rappresentare un modo importante di servire il prossimo» ha detto il direttore dell’ente diocesano, don Paolino Trani, che ha voluto fare il quadro dei numerosi servizi dell’organismo pastorale. C’è il «Il Fondo di solidarietà» che ha consentito a 264 nuclei familiari di poter usufruire di un contributo economico per le proprie necessità, mentre il «prestito della speranza», in forma di microcredito ha visto circa 40 domande di finanziamento arrivate negli uffici della struttura. Senza dimenticare la mensa diocesana, che continua ad erogare circa 40 pasti al giorno compresa la domenica.
«E’ presente anche la casa di accoglienza per donne e uomini ha spiegato ancora il direttore, nel bollettino diocesano ed è quasi sempre al completo. L’assistenza ai richiedenti asilo presenti nelle diverse strutture diocesane e in due parrocchie sta portando ad una lenta ma efficace integrazione, attraverso percorsi di formazione e studio della lingua italiana». In questo mosaico trova spazio anche una azienda agricola, «Le Cascine», che sta consolidando i risultati raggiunti, nella produzione di prodotti biologici e nella integrazione, attraverso forme di lavoro, di persone che cercano un, riscatto dopo un momento buio della propria vita.
«I nostri Centri di ascolto ha spiegato ancora il direttore assistono tante famiglie sul territorio con diversi volontari che dedicano parte del loro tempo libero al servizio dei più disagiati. Infine il servizio vestiario consente a chi ne ha bisogno di avere di che vestirsi, grazie ad una contínua presenza di donatori e all’attività dei nostri collaboratori». Un quadro davvero variegato e complesso, ma che sta diventando sempre più un punto di riferimento nella vita del comprensorio Altotiberino. Lo dimostra anche un summit che i vertici di Cgil, Cisl e Uil hanno avuto con i responsabili della Caritas.