Al commissariato di Polizia di Città di Castello giungeva un alert generato dal braccialetto elettronico applicato a un cittadino italiano 53enne sottoposto agli arresti domiciliari, il quale era stato colpito da tale misura restrittiva a seguito della violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Nel frattempo giungeva al 113 una richiesta di aiuto alla Polizia da parte di una donna, la stessa persona oggetto degli atti persecutori da parte dell’uomo che, in violazione della misura degli arresti domiciliari, si era portato sotto casa della richiedente l’intervento, rivolgendole urla e minacce.
Il tempestivo intervento dei poliziotti del commissariato di Città di Castello consentiva, in base agli elementi acquisiti, di riscontrare l’effettiva violazione della misura da parte del 53enne.
Di conseguenza, a seguito di segnalazione all’Autorità Giudiziaria di quanto accaduto, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia richiedeva l’aggravamento della misura restrittiva a carico del 53enne, che veniva disposta dal Gip, con l’ordine di immediata traduzione in carcere del trasgressore.