La Guardia di Finanza di Città di Castello ha portato a termine una lunga e complessa indagine su una serie di “complesse alchimie contabili”
alcune imprese metalmeccaniche del tifernate avrebbero dato vita ad un vorticoso giro di fatture false per aumentare fittiziamente i costi sostenuti e comprimere, di conseguenza, le imposte da versare all'erario; sono ventiquattro le persone denunciate a vario titolo per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta.
Sarebbe di oltre 6 milioni di euro la somma relativa ai redditi sottratti a tassazione e di circa due milioni di euro quella dell'Iva indebitamente detratta, e cinque gli evasori totali. Sono risultati implicati nella vicenda anche una societa' di Ancona ed una di Firenze, totalmente sconosciute al fisco, che avrebbero fatturato milioni di euro per false prestazioni di mano d'opera fornite ad alcune aziende di Citta' di Castello.
Ad uno degli imprenditori maggiormente coinvolti nella frode fiscale sono stati sequestrati la casa e un capannone industriale. Stando a quanto accertato dalla guardia di finanza, a seconda della convenienza fiscale, interponendo dei soggetti di comodo, le aziende si “scambiavano” fatture relative ad operazioni inesistenti: tra le false prestazioni individuate erano ricomprese anche l lavorazioni “fantasma” svolte in cantieri navali. In un caso sarebbe stata simulata la vendita di un carro ponte da cinque tonnellate per un valore di quasi mezzo milionedi euro.