Il Comitato “Verità su Riccardo”, composto da amici e parenti di Riccardo Capecchi, il fotografo di Castiglione del Lago al centro di una drammatica vicenda giudiziaria in Perù iniziata nel maggio 2019, è nato a metà febbraio, sotto la coordinazione del consigliere comunale castiglionese Paolo Brancaleoni, il quale ha deciso di aprire un gruppo su Facebook che in pochi giorni ha raggiunto quasi duemila membri ed è in continua crescita di adesioni, per coordinare al meglio le iniziative di supporto alla causa.
Il Comitato aveva fatto partire una raccolta firme in molti esercizi commerciali di Castiglione e di Magione e in meno di un mese sono state raccolte 1000 firme.
Nell’iniziativa sono coinvolti i consigli comunali di Castiglione del Lago e Magione, che hanno inserito un ordine del giorno di sostegno per chiedere la massima attenzione e il pieno coinvolgimento, a tutti i livelli, delle autorità italiane, diplomatiche e di governo.
LA VICENDA DI RICCARDO CAPECCHI
Riccardo Capecchi, agli inizi del 2019, era stato contattato da un imprenditore per realizzare un reportage fotografico in Perù. Ad aprile, poco prima della partenza, per risparmiare sul budget, gli era stato chiesto di intestare a suo nome uno dei quattro automezzi da utilizzare per il progetto, per questioni assicurative e anche per ridurre i costi degli autisti.
Riccardo, entuasista di intraprendere questa bella esperienza professionale, aveva un solo problema: disponeva di un automezzo a suo nome che avrebbe dovuto viaggiare insieme ai connazionali del gruppo.
Il gruppo è stato improvvisamente arrestato dalla polizia peruviana con l’accusa di traffico di stupefacenti ma, al momento dell’arresto, Riccardo non era con loro. In un primo momento Riccardo era stato chiamato come testimone poi, dopo diversi giorni, arrestato e ingiustamente detenuto.
Successivamente, vista l’inconsistenza degli indizi a suo carico, Riccardo è stato rilasciato, ma a marzo 2020, a causa dell’inizio della pandemia Covid-19, è rimasto bloccato in Perù. Nel frattempo il nuovo magistrato, che ha sostituito chi ha inizialmente condotto le indagini, ha chiesto la revisione della decisione di proscioglimento per Riccardo. A breve, il Gip si dovrà pronunciare se lasciarlo libero oppure rinviarlo a giudizio.
Il comitato “Verità su Riccardo” chiede che sia lasciato libero e “che faccia subito rientro in Italia dalla sua famiglia e dalla sua fidanzata, dopo quasi due anni di forzata permanenza in Perù, un Paese lontano e con una giustizia molto diversa dalla nostra”. Il comitato, oltre alla raccolta firme, ha avviato dal 17 febbraio scorso una petizione online su “Change.org”, che ha raccolto già 800 firme.