Come riporta l’articolo pubblicato su La Nazione, sarebbero stati quantificati in più di tredicimila euro i soldi sottratti dalla cassa del punto vendita “Intimissimi” di Bastia Umbra. Ora la ex dipendente infedele della nota catena di franchising di biancheria intima è stata condannata a sei mesi con pena sospesa per appropriazione indebita e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di cinquemila euro da restituire al titolare del negozio, che si era costituito parte civile nel processo con l’avvocato Giovanni Spina (nella foto).
Dalle indagini dei carabinieri, avviate dopo che il proprietario dell’esercizio commerciale si era reso conto di alcuni ammanchi, è emerso che la donna, originaria di Foligno e difesa dall’avvocato Delfo Berretti, avrebbe “alterato” la contabilità del negozio riuscendo a sottrarre migliaia di euro nel corso di due anni. In particolare l’imputata avrebbe architettato diversi stratagemmi per intascare soldi e far figurare comunque tutto in ordine.
L’imputata è stata però assolta dall’accusa di furto: la ex dipendente infatti era a processo anche perché, secondo la magistratura, avrebbe sottratto capi di biancheria intima. «E’ innocente – ha detto il suo legale, che ha annunciato il ricorso in appello -, la mia cliente ha lavorato in quel negozio per tredici anni e non le è mai stato mosso alcun addebito. Durante il dibattimento sono emerse vecchie ruggini tra lei e il titolare».