Durerà 4 anni. Coinvolti anche i laici nell’ascolto dei problemi dell’umanità
di Bruno Di Pilla
Il quadriennale Sinodo, inaugurato il 10 ottobre da Papa Francesco, preannuncia una Chiesa Cattolica ansiosa di comprendere ed interpretare le metamorfosi antropologiche del Terzo Millennio. Assediati da inquietudini ed oscuri presagi, dovuti al decadimento dei rapporti interpersonali in tempi caratterizzati dalla costruzione di micidiali ordigni nucleari, esibiti senza scrupoli dalle superpotenze, da inarrestabili fiumi di droghe letali, misteriosi virus e profondi sconvolgimenti climatici, nonché da crescenti povertà e bibliche migrazioni, molti giovani sembrano aver perso fiducia nel futuro e mostrano una gran voglia di ritrarsi in posizione fetale nella metaforica caverna platonica, da sempre simbolo di solipsismo, potenziale aggressività e chiusura mentale.
Tenta di frenarne i catastrofici effetti sull’intera umanità l’ingegnoso Bergoglio, che vuole una Chiesa in ulteriore uscita dai tradizionali perimetri interni di templi e congregazioni. Nel solco del Concilio ecumenico Vaticano II, aperto da Giovanni XXIII e chiuso da Paolo VI negli anni Sessanta del Novecento, il Pontefice argentino ha disposto che consacrati, vescovi, preti e tutti i battezzati, laici compresi, percorrano senza timore le mille vie di borghi e città non per evangelizzare, ma semplicemente per ascoltare chiunque abbia bisogno di aprirsi al dialogo, sconfiggendo pessimismo cosmico, paure e solitudini esistenziali. Restituire speranza e voglia di vivere è il motto del Sinodo.
Il non facile compito di raccogliere narrazioni e pareri strada facendo spetterà a gruppi organizzati dalle parrocchie, il cui modus operandi seguirà passo passo gli insegnamenti del Cristo, che ovunque inviò i suoi Apostoli “come pecore in mezzo ai lupi” per annunciare alle genti – senza costrizioni o imposizioni di sorta – la buona novella, cioè la gioia di scoprire il calore dell’amore reciproco e la forza vivificante dell’aiuto fraterno ai più bisognosi. Solidarietà, chiede con insistenza a uomini e donne di buona volontà Papa Francesco. Egli stesso, nel colonnato di Piazza San Pietro, ha fatto installare docce per i senza tetto, con i quali spesso s’intrattiene a colloquio. Non è forse questo lo spirito del Vangelo?