La tecnica è collaudata ed efficace: controllare il tenore di vita, i movimenti bancari ed il lavoro svolto per capire se i proventi sono più o meno illeciti.
Con pazienza i carabinieri di Assisi hanno seguito questa pista nei confronti di un gruppo di nigeriani, su input del pm Manuela Comodi, ed hanno accertato che gli inquisiti vivevano esclusivamente con i guadagni illegali derivanti dallo smercio di eroina.
Il commercio illegale riguardava sia la piazza umbra che parte del resto d’Italia e durava proficuamente da diversi anni.
Spiega il gip che l’organizzazione era ben strutturata: “Ognuno ha un proprio compito. C’è chi mantiene i contatti coi fornitori e organizza i viaggi, c’è chi si presta a fare da corriere ingerendo ovuli e viene remunerato di volta in volta, c’è chi si occupa della vendita ai clienti e percepisce i proventi poi reimpiegati nell’attività illecita”.
Naturalmente i 14 arrestati non hanno mai svolto un lavoro legale e potevano contare su appoggi e coperture in varie regioni italiane, il che fa pensare che facciano parte della rete di spacciatori legati alla mafia nigeriana. Pertanto per loro è scattato l’arresto.