“Quali strategie ha in serbo la Regione Umbria per il settore trasporti e infrastrutture, a partire dall’aeroporto internazionale ‘San Francesco d’Assisi’?” È la domanda che le segreterie regionali umbre di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, rivolgono alla Regione Umbria.
“La Regione Umbria intervenga sull’aeroporto – si legge nella nota congiunta dei sindacati – scegliendo di investire, sia finanziariamente che strategicamente, sul versante turistico, promuovendo questo strumento utile al tessuto economico dell’Umbria. A tal proposito abbiamo chiesto un apposito incontro all’assessore regionale Melasecche già da tempo, senza alcun risultato fino ad oggi. Altre regioni d’Italia, con aeroporti simili per potenzialità al San Francesco di Assisi, hanno provveduto destinando importanti risorse utili a consentire la vita della struttura aeroportuale e salvaguardarne l’occupazione. L’aeroporto umbro va rivitalizzato, potenziato cercando di sfruttare in maniera positiva questi momenti di incertezza nazionali”.
“Crediamo che devono essere date le giuste direttive – dicono i sindacati – a questa importante struttura di comunicazione che avvicina il mondo economico, finanziario e turistico all’Umbria, assieme a tutti gli operatori che vi operano. La Regione Umbria deve assolutamente riflettere sull’importanza dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, che oggi ha raggiunto importanti obiettivi dal punto di vista dei passeggeri con il traguardo del pareggio di bilancio, e condividere con le organizzazioni sindacali le giuste strategie da intraprendere per farlo crescere con azioni mirate e di lungo investimento, anche a salvaguardia dell’occupazione e crescita dei lavoratori dell’aeroporto.
“L’Umbria – concludono i sindacati – ha bisogno di essere governata cercando di farla uscire dall’isolamento naturale e non di essere, ancor più, racchiusa in se stessa. Attendiamo un confronto. La presidente Tesei convochi il sindacato per rappresentare con chiarezza quali sono le strategie circa lo scalo San Francesco di Assisi, e tutto il settore dei trasporti ed infrastrutture”.
Si terrà martedi’ 23 giugno alle ore 10, presso la sala eventi dello scalo perugino, l’assemble ordinaria dei soci della Sase, la societa’ di gestione del San Francesco di Assisi guidata dal presidente Ernesto Cesaretti. L’assemblea ha all’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio chiuso al 31/12/2019, deliberazioni conseguenti; il rinnovo del CDA per scadenza; la determinazione dei compensi ai componenti CDA e il conferimento dell’incarico di revisore dei conti per il triennio 2020-2022. Per gli azionisti che faranno richiesta, e’ previsto l’intervento (in base alle deroghe Covid 2019 e in conformita’ a quanto previsto dal Dl Cura Italia) tramite mezzo di telecomunicazione, con la piattaforma Zoom che consente l’identificazione dei partecipanti e la possibilità di interventi in diretta durante la riunione. Gli azionisti interessati (la compagine sociale e’ composta da 19 soci: di riferimento sono Camera di Commercio, Sviluppumbria, Unicredit, Comune di Perugia, a seguire Confindustria, Comune di Assisi (ha il 2,21%) e gli altri) potranno far richiesta – come riportato nella convocazione – inviando e-mail, al direttore Umberto Solimeno che invierà il link d’invio al collegamento video. Abstract fonte com
E’ stato annullato il volo tra Perugia e Tirana annunciato per venerdì 18 giugno. Stando a quanto comunica Sase, società di gestione dell’aeroporto San Francesco di Assisi, il governo albanese ha vietato i collegamenti aerei in questa fase. Era stata la stessa Sase ad annunciare il volo e la riapertura alle tratte commerciali dello scalo umbro a partire da venerdì. L’aeroporto di Perugia, tuttavia, non figura tra i 25 autorizzati alla riapertura presenti nel decreto del 14 giugno firmato dal ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. In base al provvedimento per riaprire occorre chiedere e ottenere una deroga all’Enac, ente nazionale di aviazione civile, che fa capo al governo.
Negli ultimi tre anni in almeno quattro casi sono stati annunciati voli che poi non si sono concretizzati. Basti citare i casi FlyMarche, FlyVolare, Cobrex e Aliblue Malta. Sase precisa che in tutti questi casi, compreso l’ultimo volo per l’Albania, si tratta di eventi non riconducibili alla volontà legate dello scalo, ma per cause legate alle compagnie aeree o cause di forza maggiore. Lo scalo umbro è costato oltre 55 milioni, 45 stanziati per l’infrastruttura e 10 di perdite fiscali (in dieci anni) ripianate dai soci. Ci sono poi i tre milioni annui messi dagli enti locali per lo sviluppo dei voli e il funzionamento della società.