Aeroporto d’Assisi gravato da una mole di oneri che sicuramente gli impediranno un sano decollo. Andando a scorrere lo storico si trova una mole di risorse pubbliche impegnate che supera i 90 milioni di euro, mettendo insieme i costi per i lavori in più sull’infrastruttura e quelli di gestione, alla voce passivi. I lavori di ampliamento dello scalo, con l’inserimento nella festa dei 150 anni dall’Unità d’Italia, hanno visto l’esborso di fondi pubblici pari a 42.968.226,35 euro.
E adesso il governo chiede di risanare i conti. Alla voce debiti la Sase è costretta a pagare 500mila euro a rate alla struttura di missione della presidenza del consiglio dei ministri.
Arrotondando con le opere successive, si arriva a 43 milioni Poi ci sono i rossi fissi dei bilanci.
Dal 2000 ad oggi, calcolando un passivo medio di un milione l’anno (e rotti), si tocca quota 63 milioni di euro. A questi si aggiungono un milione e mezzo l’anno circa che Fondazione Carisp, Regione e Camera di commercio hanno sborsato per la promozione dei voli delle compagnie low cost, Ryanair su tutte. Siamo a 93 milioni. Una cifra che lievita ancora se si considerano le opere ancillari, come le strade di collegamento.