Il consigliere Dem chiede “se sono stati erogati contributi a suo favore, in quale entità, con quali modalità e se sono stati fatti controlli su attività svolta negli incarichi affidati”
“La Regione Umbria chiarisca pubblicamente quale rapporto ha avuto con l’associazione Aeop (Associazione europea operatori di polizia), recentemente balzata alle cronache giudiziarie; se ha erogato contributi a suo favore, in quale entità e con quali modalità, ma, soprattutto, renda noto se in base alle numerose segnalazioni ricevute, si sia mai adoperata per effettuare controlli sull’attività svolta nell’esecuzione degli incarichi ad essa affidati”. È quanto chiede, in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, il consigliere PD e vice presidente della Commissione Sanità, Tommaso Bori.
“Come è ormai noto, sulla base delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Perugia, oltre che dagli articoli pubblicati sulla stampa locale – ricorda Bori – l’associazione Aeop avrebbe largamente e ripetutamente trasceso i propri compiti fino ad arrivare alla comminazione di sanzioni illegittime per diverse migliaia di euro. Ciò ha portato 17 persone aderenti a tale associazione ad essere accusate di usurpazione di funzioni, falsità ideologica, truffa aggravata e minacce”.
“Nel corso degli ultimi anni – ricorda il consigliere Dem – tali soggetti, presentandosi come guardie particolari zoofile, facenti parte della polizia giudiziaria, hanno operato nel territorio umbro e perugino in particolare, operando abusivamente in molti settori, dall’abbandono dei rifiuti, al maltrattamento di animali, ai controlli stradali, svolgendo queste attività senza averne alcun titolo”.
“Tenuto conto di ciò – rileva Bori – stupisce come tale organizzazione abbia potuto essere registrata come Associazione Prociv presso la Regione Umbria e non essere soggetta a controlli ed aver avuto accesso ad importanti contributi finanziari. Stupisce anche che abbia potuto ricevere encomi ufficiali dal Comune di Perugia, direttamente dalle mani del sindaco Andrea Romizi e dell’assessore Luca Merli. Tra le persone indagate c’è chi ha perfino dichiarato di aver partecipato più di una volta, alle sedute della Consulta comunale dei diritti per gli animali, in qualità di responsabile di zona per Eital (Ente italiano tutela animali e legalità), ente che, a suo tempo, ha inglobato le due associazioni Aeop e Agriambiente”.
“Questa vicenda, che appare a tutti gli effetti al limite del grottesco, non può e non deve passare inosservata – conclude Bori -, tanto più agli occhi della Regione che ha il dovere di controllare, ma anche di difendere l’onorabilità e il lavoro svolto dalle tante altre associazioni riconosciute all’interno del circuito della Protezione civile regionale, che al contrario della Aeop, continuano a svolgere con generosità, impegno e correttezza il proprio servizio per la comunità umbra e nazionale”.