Affluenza al 31,07% nella regione: superata la media nazionale ma nessun impatto sul quorum. Solo Paciano oltre il 50%
Il referendum su lavoro e cittadinanza si chiude con un’affluenza bassa anche in Umbria, dove ha votato appena il 31,07% degli aventi diritto. Un dato che, seppure superiore alla media nazionale del 30,17%, non basta a salvare la validità della consultazione. Nessuno dei cinque quesiti – quattro relativi al lavoro, uno alla cittadinanza – raggiunge il quorum previsto dalla legge.
Spicca un’unica eccezione: Paciano, piccolo comune del perugino, è riuscito nell’impresa di coinvolgere più della metà della popolazione con un 51,3% di partecipazione. Si tratta dell’unico centro in tutta la regione a superare la soglia decisiva.
Nel resto dell’Umbria il quadro è molto frammentato. In provincia di Perugia, tra i comuni con i dati migliori ci sono Montone (42,8%), Costacciaro (39,6%), Monte Santa Maria Tiberina (38%) e Città della Pieve (37,9%). Il capoluogo, Perugia, chiude con un’affluenza del 34,5%, mentre Assisi si ferma sotto il 28%. Tra i dati peggiori figurano Cascia (16,2%), Norcia (18,4%) e Cerreto di Spoleto (17,6%).
In provincia di Terni, risultato particolarmente positivo a Allerona (43,6%), Parrano (43,5%) e San Venanzo (35,9%), mentre i numeri più bassi arrivano da Calvi dell’Umbria (21,4%) e Montefranco (23,4%). La città di Terni, invece, resta al di sotto della soglia regionale, con un’affluenza attorno al 30%.
Gli elettori umbri chiamati alle urne erano 659.162, di cui circa 490.000 in provincia di Perugia e 168.000 in quella di Terni, distribuiti in 1.001 sezioni elettorali.
Per quanto riguarda i risultati, i voti scrutinati (quasi 400 sezioni su 1.001) indicano un consenso ampio ai quattro quesiti sul lavoro, con una percentuale di Sì vicina al 90%. Più contenuto, ma sempre maggioritario, il sostegno al quesito sulla cittadinanza, con circa il 63% di voti favorevoli.
L’Umbria conferma così una partecipazione civile sopra la media nazionale, ma comunque insufficiente a invertire la tendenza generale: quella di un referendum che, ancora una volta, non raggiunge la soglia necessaria per produrre effetti.