Assunzioni irregolari, fatture sospette e violazioni della par condicio
La Sezione di Controllo della Corte dei Conti dell’Umbria, presieduta da Antonello Colosimo, avrebbe emesso una sentenza di condanna nei confronti di alcuni gruppi consiliari della Regione per l’uso improprio di denaro pubblico. Dopo la Lega, anche il Gruppo Misto, la consigliera Donatella Porzi di Azione, Forza Italia e il Partito Democratico sono stati coinvolti nella vicenda.
Secondo quanto rilevato dalla Corte dei Conti, nel 2024 alcuni gruppi consiliari avrebbero utilizzato fondi pubblici per assumere professionisti della comunicazione e giornalisti, non per finalità istituzionali, ma per la campagna elettorale. Questo comportamento, in alcuni casi, avrebbe violato anche le regole della par condicio.
I conti contestati
In particolare, Colosimo ha evidenziato che le attività del gruppo della consigliera Porzi non sempre risultavano riferibili a iniziative istituzionali del consiglio regionale. A tal proposito, ha dichiarato: “Si rileva come non vi sia sempre un riferimento ad attività espletate nell’interesse del Gruppo consiliare o per iniziative del Gruppo o della consigliera Porzi riconducibili ad attribuzioni dell’Assemblea legislativa”. Inoltre, alcuni comunicati stampa risultano legati a eventi di campagna elettorale senza un chiaro collegamento con il ruolo istituzionale della consigliera.
Per queste irregolarità, il rendiconto 2024 è stato ritenuto non conforme, imponendo la restituzione di 6.852 euro alle casse di Palazzo Cesaroni, pari al compenso della professionista assunta con fondi pubblici in modo irregolare.
Partito Democratico: 6.100 euro da restituire
Anche il Partito Democratico è stato coinvolto nella vicenda. Nel giugno 2023, il gruppo ha assunto quattro consulenti per la gestione e il monitoraggio dei canali social di altrettanti consiglieri regionali. Tuttavia, secondo Colosimo, non è stato fornito un riscontro adeguato che dimostrasse l’esclusivo utilizzo dei fondi per scopi istituzionali. “La comunicazione attuata deve contenere adeguati riferimenti al Gruppo consiliare, così da distinguere tale attività da quella politica”, ha sottolineato il presidente della Sezione di Controllo.
Di conseguenza, l’intera spesa è stata giudicata irregolare, con l’obbligo per il Partito Democratico di restituire 6.100 euro.
Forza Italia: la sanzione più alta, 16.123,50 euro
Il caso più grave riguarda Forza Italia, che dovrà restituire 16.123,50 euro. Oltre alla comunicazione impropria a favore del partito piuttosto che per scopi istituzionali, la Corte ha rilevato una violazione della par condicio, aggravando la posizione del gruppo.
Colosimo ha evidenziato che la normativa vieta ai gruppi consiliari di effettuare comunicazioni politiche nel periodo elettorale utilizzando fondi pubblici. Inoltre, sono state riscontrate fatture sospette, per le quali non è stata provata con certezza l’anteriorità delle autorizzazioni rispetto alla spesa effettuata.
L’intervento della Corte dei Conti dell’Umbria ribadisce l’importanza della corretta gestione delle risorse pubbliche, soprattutto in ambito istituzionale. Le irregolarità accertate evidenziano un uso scorretto dei fondi per finalità elettorali, con conseguenti sanzioni per i gruppi coinvolti. Il rispetto delle normative e della trasparenza rimane un pilastro fondamentale per la credibilità delle istituzioni regionali.