Il decesso di Alex Mazzoni risale a tre anni per un caso di leucemia
La Procura di Perugia ha deciso di chiedere la riapertura delle indagini sul deceso del giovanissimo studente Alex Mazzoni, avvenuto in ospedale, tre anni fa, per un caso di leucemia.
Secondo l’opinione dei familiari, dei consulenti e degli amici del ragazzo, è stato un modo sbagliato di trattare la leucemia che gli era stata diagnosticata in ospedale.
Qualche mese fa, la famiglia di Alex ha prodotto diverse documenti e, l’ufficio della Procura di Perugia , guidato da Raffaele Cantone, ha valutato l’opportunità di aprire il caso per valutare eventuali profili di responsabilità medica, in relazione al trattamento della malattia emersa. In particolare, secondo quanto si apprende, la consulenza di un ematologo nominato dalla famiglia potrebbe aver portato elementi su cui far luce.
I consulenti di parte della famiglia, infatti, sono giunti a conclusioni diverse rispetto a quelle redatte dall’esperto incaricato all’epoca dal pubblico ministero e, per questa ragione, la famiglia ha sollecitato la nomina di medici legali specializzati in ematologia e oncologia.
Il papà del giovane ha dichiarato «Gli diagnosticarono una leucemia non fulminante. Gli hanno fatto quattro chemio ed è morto per emorragie diffuse. Qualcuno, sbagliando, è riuscito a interrompere i sogni del mio ragazzo in soli 20 giorni. Un anno dopo ci è stata data la risposta dell’autopsia e hanno chiuso il caso»