Il 22enne di Bastia Umbra morì dopo una colluttazione la sera del 21 aprile 2021
La Procura di Perugia ha notificato la conclusione delle indagini in merito alla morte di Samuele De Paoli, il 22enne di Bastia Umbra, trovato morto in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte a Perugia, nella mattinata del 28 aprile 2021.
Alla transessuale brasiliana indagata, il pm ha deciso di contestare l’omissione di soccorso, mentre ha archiviato l’ipotesi di omicidio preterintenzionale.
Walter Biscotti, legale della famiglia di Samuele, ha cosi commentato all’Ansa: “Apprendiamo con sconcerto le decisioni dell’ufficio del pubblico ministero in ordine alla morte di Samuele De Paoli. Non condividiamo nulla di quelle che sono le sue conclusioni perché riteniamo ancora che l’interpretazione che ha dato il pm sui fatti è un’interpretazione errata. E per questo noi faremo opposizione”.
“Proprio perché – ha continuato l’avvocato Biscotti – non si può sostenere che una stretta al collo possa essere intesa esclusivamente come un’azione difensiva. Poiché il collo è una delle parti più fragili del corpo, se una persona di 80 chili per 1,80 decide in piena autonomia, seppure in un’azione dinamica di collisione, di stringere al collo un ragazzo poco più della metà di lui, è un’azione che deve potere prevedere anche la potenzialità lesiva di quel fatto. Una lesività che in questo caso ha portato alla morte”. “Certamente – ha spiegato il legale – noi non pensiamo che poteva trattarsi di un omicidio semplice ma almeno un omicidio preterintenzionale. Quindi non siamo assolutamente contenti di questa decisione, di questa interpretazione del pubblico ministero”.
Sempre secondo quanto riferito dall’avvocato Biscotti, la famiglia della giovane vittima “non crede assolutamente in questa giustizia che vede un figlio morto abbandonato per strada senza nessun tipo di condotta”. “L’omissione di soccorso – prosegue Biscotti – è un reato che prevede una mera pena pecuniaria e questo fa ancora più rabbia alla famiglia”.