La Procura di Pordenone ipotizza l’omicidio colposo. In corso accertamenti sull’intervento dei soccorsi
È indagato per omicidio colposo il bagnino 63enne in servizio presso la torretta 17 dell’arenile di Levante a Caorle (Venezia), dove il 17 agosto ha perso la vita l’avvocato perugino Mauro Bigi, 66 anni, colto da un malore mentre nuotava in mare.
La Procura di Pordenone ha aperto un fascicolo per far luce sulle circostanze della tragedia. L’avvocato, in vacanza con la moglie e i due figli, aveva accusato un improvviso malore in acqua ed era stato lui stesso a chiedere aiuto. Immediato l’intervento dei bagnini e del personale del 118, che hanno tentato a lungo le manovre rianimatorie sulla battigia, senza però riuscire a salvargli la vita.
Secondo l’ipotesi accusatoria, l’addetto al salvataggio non si sarebbe accorto tempestivamente delle difficoltà del professionista, la cui situazione di pericolo era stata segnalata da altri bagnanti. Una condotta che, per gli inquirenti, avrebbe contribuito al decesso per annegamento.
Il medico legale, durante la prima ispezione esterna, aveva indicato come causa più probabile un malore improvviso, non escludendo l’ipotesi di una congestione. Tuttavia, le condizioni del mare e la temperatura elevata (35 gradi) rendono necessario un approfondimento.
Nella la giornata di oggi venerdì 22 agosto era programmata l’autopsia, i cui risultati sono ora attesi per chiarire l’origine esatta del malore e stabilire se vi siano state eventuali responsabilità temporalia nei soccorsi.
Gli inquirenti stanno valutando il tempo intercorso tra il primo allarme e l’intervento del bagnino, considerato elemento cruciale per ricostruire la dinamica.
Le indagini sono coordinate dalla Guardia Costiera di Caorle, con la collaborazione dei carabinieri.








