Il team della Clinica Neurologica ha contribuito alla stesura delle direttive per il trattamento farmacologico, riconosciute dalla International Headache Society
Il Centro Cefalee della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Perugia si conferma punto di riferimento nella ricerca neurologica internazionale. L’équipe, diretta dalla professoressa Lucilla Parnetti e coordinata dalla professoressa Paola Sarchielli, Responsabile del Centro, insieme alla dottoressa Ilenia Corbelli, dirigente medico neurologo dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, ha infatti partecipato attivamente alla stesura delle nuove linee guida per il trattamento farmacologico dell’emicrania.
Le linee guida, appena pubblicate, rappresentano una sintesi aggiornata delle più recenti evidenze scientifiche nel campo della gestione dell’emicrania, sia nella sua fase acuta sia nella prevenzione. Tra le terapie analizzate, si va dai comuni analgesici fino ai più innovativi trattamenti come i gepanti, i ditani e gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, molecole di nuova generazione capaci di agire in maniera mirata e con maggiore efficacia.
Il lavoro, durato oltre cinque anni, è stato interamente realizzato in Italia grazie a un’intensa collaborazione tra i centri della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC). La sua importanza scientifica è stata confermata anche a livello internazionale: la ricerca ha ricevuto la validazione e il consenso dell’International Headache Society (IHS), prestigioso ente di riferimento mondiale nel settore.
«Si tratta di un traguardo significativo non solo per il nostro Centro, ma per l’intera neurologia italiana – commenta la prof.ssa Sarchielli –. Il riconoscimento da parte dell’IHS testimonia il rigore metodologico e l’alto valore scientifico del lavoro svolto».
Queste linee guida rappresenteranno un punto di riferimento fondamentale per neurologi, medici di medicina generale e pazienti, migliorando concretamente la gestione dell’emicrania, una patologia che colpisce milioni di persone e che impatta profondamente sulla qualità della vita.
Con questa partecipazione, l’Università di Perugia conferma il suo ruolo attivo nei progetti di ricerca più avanzati e la sua capacità di contribuire all’evoluzione della medicina basata sull’evidenza, a beneficio della comunità scientifica e dei pazienti.