Lasciamoci avvolgere dalla luce del Risorto: scopriremo che nessuna notte ha più l’ultima parola…
Nella Veglia della Notte Santa di Pasqua, la “madre di tutte le veglie”, presieduta dall’Arcivescovo Ivan in Cattedrale, sono stati celebrati i riti della benedizione del fuoco con l’accensione del cero pasquale e la benedizione dell’acqua battesimale. Durante la liturgia, quattro giovani adulti hanno ricevuto l’iniziazione cristiana, dopo aver completato il percorso di formazione del catecumenato. Alla celebrazione, animata dalla Corale Laurenziana, erano presenti due comunità neocatecumenali, vestite di bianco in segno di ricordo del Battesimo e dell’annuncio del Risorto da parte degli Angeli.

Nell’omelia, l’Arcivescovo ha parlato di Cristo come di «Colui che, con la sua parola e la sua stessa vita, è venuto incontro ad ogni uomo, svelandoci la tenerezza e la misericordia del Padre. Ma, in un drammatico paradosso, viene rifiutato, escluso, appeso ad una croce fuori dalle mura della città. Viene spento, posto in un sepolcro e sigillato da un grande masso, affinché sembri che la luce non possa più splendere».
Questo buio, simbolo delle ombre che segnano il nostro mondo, è quello che dilaga oggi: un mondo segnato dall’arroganza, dalla prepotenza dei potenti, dalla violenza e dalla guerra. Un mondo che, nel silenzio di Dio, sembra negare ogni spazio alla luce.
Eppure, alla nostra incessante ricerca di luce, risponde in modo sorprendente l’annuncio pasquale, che ha accompagnato l’ingresso del cero: «Le tenebre non hanno vinto». Il masso è stato ribaltato, e dal profondo abisso della morte il Crocifisso è risorto.

Lasciamoci avvolgere dalla luce del Risorto: sperimenteremo che nessuna notte ha più l’ultima parola. Né le nostre lontananze, né il nostro peccato, né le angosce che ci tormentano, né la morte – la nostra morte e quella delle persone che amiamo.
«Cristo è risorto!» È con questa fede che la nostra vita, nelle relazioni familiari, sul lavoro, nella Chiesa e nella società, può davvero cambiare. Può fare la differenza anche oggi, diventando una lampada umile e accesa nell’oscurità di un mondo che attende con speranza il ritorno dello Sposo.