Sono ritenuti gli autori di oltre 50 furti
Otto arresti eseguiti, in esecuzione di misure cautelari, meno tre stranieri che sono risultati irreperibili, sono questi i dati forniti in conferenza stampa dal Questore Giuseppe Bellassai e dal procuratore della Repubblica Raffaele Cantone sulla banda dei furti nelle abitazioni e negli esercizi commerciali della zona di Perugia.
I malviventi fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto pluriaggravato e rapina impropria. La banda agiva di volta in volta in relazione ai furti ritenuti “più facili” e raziavano soprattutto monili, denaro, tabacchi, valori bollati, gratta e vinci e capi d’abbigliamento “firmati” per un valore complessivo di oltre 150 mila euro. Secondo le indagini i proventi dei furti sarebbero poi stati trasferiti in Albania.
Le indagini sono iniziate nel novembre del 2021 su due diversi sodalizi criminali. A Sant’Enea di Perugia gli investigatori hanno rregistrato strani movimenti di albanesi risultati già inquisiti per reati contro il patrimonio e provenienti dalla provincia di Caserta. Si fermavano a Perugia solo nel fine settimana, in concomitanza con il verificarsi di una serie di furti, e poi rientravano in Campania.
L’attenzione della squadra mobile si è concentrata su un’altra abitazione a San Fortunato della Collina dove sono stati individuati altri albanesi che uscivano all’imbrunire e rientravano in tarda serata. Gli orari inusuali sono stati ritenuti compatibili con i furti al centro dell’indagine.
Il procuratore della Repubblica Raffaele Cantone in conferenza stampa ha premiato il “lavoro positivo” fatto da magistrati e polizia. Si è infine soffermato sulle proteste dei cittadini che lamentavano una “oggettiva recrudescenza” dei furti dalla fine del 2021. “Partendo da questa preoccupazione – ha dichiarato-, la squadra mobile ha avviatole indagini sui due gruppi criminali di albanesi. Una vera e propria organizzazione”.
Per il questore Giuseppe Bellassai quello dei furti “è un fenomeno difficile da affrontare in assoluto”. Ha poi aggiunto “Non si può pensare di farlo solo con il controllo del territorio, che pure è necessario ma trova soluzione solo grazie a ottime attività di carattere investigativo, che comunque prendono spunto da controllo territorio”. Ha poi evidenziato come la Procura abbia consentito all’indagine “di avere una durata complessiva ridotta in ragione della criticità del problema che si stava affrontando”.