Sul fatto aperta un’indagine. Per l’allevatore una multa di 225mila euro
Quasi 800 pecore sparite da un grosso allevamento di ovini situato nell’orvietano, al confine con la provincia di Viterbo.
Come riporta Il Messaggero “su tale mistero sono in corso serrate indagini, con le carte messe insieme dai veterinari dell’Usl Umbria 2 che questa mattina arriveranno negli uffici della Procura della repubblica di Terni”.
Sì, perché non si tratta di una sparizione di poco conto in quanto ci sta di mezzo la sicurezza alimentare perché lo stabilimento pare produca agnelli e latte e in questa situazione manca totalmente la tracciabilità dei capi mancanti. La legge impone che gli ovini sopra i sei mesi destinati alla riproduzione debbano essere identificati singolarmente con l’applicazione di due identificativi di cui uno elettronico e registrati in banca dati dall’organismo delegato su dichiarazione dell’allevatore.
Leggi ferree anche per prevenire la Tse, l’encefalopatia spongiforme che si può trasmettere all’uomo.
Per tale motivo ogni allevatore deve comunicare l’eventuale smarrimento degli ovini, allegando la denuncia sia in caso di morte che di furto degli animali entro 48 ore dall’evento. In caso di morte di animali con età superiore a 18 mesi l’allevatore deve comunicare l’evento al servizio veterinario per procedere al prelievo secondo il piano Tse.
Ma in questo caso al controllo l’allevatore non sarebbe stato in grado di dare una spiegazione plausibile della sparizione di 800 animali.
Per lui una multa che supera i 225mila euro.
La vicenda però non finisce qui. Ci saranno indagini serrate per chiarire ogni singolo aspetto di questo giallo.