Quando la reclame commerciale in TV era in poco spazio, non invadente e giuliva
di Adriano Marinensi
Sopra la lapide, c’è la sua data di nascita, 3 febbraio 1957 e pure quella della scomparsa, 1 gennaio 1977. Fosse stato uomo o donna, si sarebbe aggiunto, morto nel fiore degli anni. Si chiamava Carosello, il garbato messaggero pubblicitario della televisione, nata in Italia il 3 gennaio 1954, con soli 24.000 abbonati. Carosello ti suggeriva allegramente i consigli per gli acquisti. Soltanto di sera, una decina di minuti dopo il TG e prima che i bambini andassero a letto. Perché, soprattutto loro ne erano innamorati. Per essi un giochino di favolette, raccontate da “nonna RAI” che aveva soltanto un canale nazionale (il secondo è del 1961). E noi giovani si andava al bar per vedere Abbe Lane e Xavier Cugat, che disturbavano i benpensanti.
Carosello nell’immaginario collettivo
Carosello finì nel cimitero dei grandi artefici dell’intrattenimento semplice, ingenuo; in vita fece soltanto persuasione occulta, però in modo non invasivo e neppure invadente. Con tanta creatività, regalava una serie di siparietti, inventando personaggi lillipuziani, originali, acquisiti dall’immaginario collettivo. Eccone alcuni per esempio e per il ricordo dei meno giovani: Calimero il pulcino nero, Jo Condor, Topo Gigio, l’Omino coi baffi di Bialetti, Ulisse e l’ombra, Gregorio il guardiano del Pretorio (“Fa la guardia nun me piace, ciò du metri de torace”). E Cesare Polacco che, togliendosi il cappello, mostrava la sua totale pelata, col dire di aver commesso un errore: “Non ho mai usato la brillantina Linetti”. Un “passaggio” di sketch efficaci da teatro leggero.
Andavano, in contemporanea, alla grande gli atteggiamenti eleganti di Mike Bongiorno e Sabina Ciuffini, in “Lascia e raddoppia”, quelli ruspanti di Mario Riva nel “Musichiere”, quando, sul teleschermo, non gridava nessuno. Poco più avanti l’epoca (fu proprio un’epoca) di Raffaella Carrà, la “coscia casalinga”. Anche allora la pubblicità era l’anima del commercio, però discreta, quasi evanescente, surreale. Con quelle sue macchiette giocose e la musica allietante. L’arte della recitazione a cartoni animati. Fu il primo passo nella transizione dalle immagini fisse, disegnate sui giornali, sui manifesti murali, all’animazione, con la T. V. pubblica titolare esclusiva. Altri non c’erano. I primi soggetti privati della comunicazione ad immagini esordirono negli anni ’70.
I consigli per gli acquisti 10 minuti al giorno
Se vogliamo addebitare a quel Carosello, qualche “reato sociale”, si può pensare alla promozione dei detersivi e della plastica: L’Uomo in ammollo e “Signora, badi ben che sia fatta di Moplen”. Quando cominciammo ad inquinare mari e monti con i materiali non degradabili. Era un “proletario” Carosello, non ha mai promosso il lusso: Pellicce, gioielli, barche d’alto mare NO! Prediligeva la massaie rurali, le lavoratrici domestiche, i prodotti per la casa e la persona. Con indicazioni elementari che sembravano allegorie.
Erano gli occhi innocenti ad essere innamorati delle figurine gioconde, amorevoli che stimolavano la fantasia, non solo fanciullesca. Carosello ha fatto la sua bella figura anche al Museo d’arte moderna di New York. Non andò mai in vacanza. Tacque solo in casi eccezionali e in segno di lutto come la morte di Papa Giovanni XXIII, l’attentato di Piazza Fontana, l’assassinio di John e Bob Kennedy. Fece spazio alla Mondovisione quando andammo sulla Luna.
Bolle di sapone colorate
Per i piccoli, c’era Carosello poi tutti a letto. Rimanevano i grandi ad aspettare le “Signorine buonasera” che sorridendo, ti auguravano la buona notte e chiudevano le trasmissioni. Quando ancora, in famiglia, la notte era fatta per dormire, non per stare appresso ai tasti del telecomando, che oggi saltabecca tra una infinità di esibizioni penose e di canali eternamente attivi. Carosello era fatto di bolle di sapone colorate, però capaci di catturare sorrisi. E’ stato anche il figlio birichino adottato da una generazione, poco dopo smarritasi nei meandri del boom economico, pensato come fosse un eldorado perenne, invece era soltanto consumismo fugace.
Accadde (due notizie in più) proprio nel 1957 che Radio Mosca desse, in lingua inglese, questo comunicato: “Oggi è stato lanciato con successo il primo satellite artificiale della Terra”. Lo Sputnik 1 fece il giro del pianeta in un’ora e 35 minuti, ad una velocità orbitale di 8.000 metri al secondo. Il primo salto in avanti della rivoluzione tecnologica spaziale all’inizio della guerra fredda. Al contrario, un anno prima della nascita di Carosello, la stessa URSS aveva dato un segno della sua rigorosa intolleranza politica. Nella notte del 3 novembre, i carri armati sovietici invasero Budapest per reprimere gli ungheresi in cerca di libertà e ristabilire la sovranità limitata.
Nel 1957 nasceva Carosello ed anche la Fiat 500. Mutò le abitudini di molti italiani che rincorsero l’utilitaria come uno status simbol. Dalla bicicletta alla 4 ruote a motore, fu la realizzazione di una chimera. Per i teledipendenti va detto che, quando Carosello morì, nel 1977, nacquero Claudio Bisio, Lilli Gruber, Vincenzo Salemme, Manuela Arcuri, Michelle Hunziker, Alessandro Sallusti. Pure Osama bin Laden, Cocco Bill di Jacovitti e la collega giornalista Giorgia Meloni (Presidente).
1977, quando morì Carosello
Nel 1977, scomparve Carosello insieme a Charlie Chaplin, Maria Callas, Elvis Presley, Roberto Rossellini, Achille Campanile, Sandro Penna, poeta umbro. A beneficio degli sportivi aggiungo alcuni atleti coetanei di Carosello, tutti “classe 1957”: Stefano Tacconi, Cesare Prandelli, Giuseppe Saronni, Antonio Cabrini, Fulvio Collovati. Dunque, venti anni è vissuto Carosello e ci ha regalato un tipo di pubblicità soft, cordiale. Mai assillante a mitraglia.
Dopo, gradualmente, la reclame ha fatto irruzione in casa nostra, impetuosa, talvolta intempestiva. Agli italiani fu chiesto, con un referendum, se volevano fossero ridotti gli spazi pubblicitari nei palinsesti televisivi: votarono no. Ed allora così sia e godiamoci i tormentoni al limite della manipolazione mentale, inseriti all’improvviso, in ogni dove. Per il momento escluse le cerimonie religiose e i funerali di Stato. In futuro si vedrà. Un giro d’affari diventato irrefrenabile. Torna Carosello, torna, sta casa aspetta a te, torna che smania ‘e te vedé!