Di loro dovrebbe occuparsi il Governo e non solo la Caritas
di Bruno Di Pilla
Brutta storia, quella degli “homeless”. E’ una vergogna che, in Italia, siano la sola Caritas e la Chiesa cattolica ad occuparsi delle misere sorti delle oltre 100.000 persone senza fissa dimora che vivono e spesso muoiono in strada, vittime d’ipotermia e inedia, in particolare durante i gelidi mesi invernali. Di questi emarginati fratelli, per il 38% stranieri provenienti da zone di guerra e da Paesi del Terzo Mondo in cui sono miracolosamente sfuggiti a crudeli persecuzioni politiche, etniche e religiose, si prendono cura, nei limiti del possibile, ostelli e mense ecclesiastiche, società filantropiche e volontari, veri e propri angeli del soccorso, che si affannano a portare cibo e coperte sui marciapiedi, sotto i ponti, nelle stazioni ferroviarie e negli anfratti dimenticati di borghi e città.
Da notare che il restante 62% è costituito da connazionali totalmente indigenti, molti dei quali sono giovani sbandati o adulti finiti sul lastrico per aver perso il lavoro. E lo Stato? “Dove non possono o non vogliono operare i privati – scrisse John Maynard Keynes – per debellare la povertà intervenga il Governo centrale, ovviamente coadiuvato dagli enti pubblici territoriali”. E’ sempre attuale il monito del celebre “padre” del welfare, economista britannico non a caso definito cristiano, che nel secolo scorso, per tutta la vita, esortò gli Stati a promuovere azioni capaci di sollevare dal fango il prossimo bisognoso e sradicare il cancro della disoccupazione.
Purtroppo non bastano nobili iniziative isolate per risolvere il dramma di profughi e senza tetto, che si dibattono ogni giorno in condizioni disumane. Già 115 anni prima dei reiterati appelli di Keynes, nel 1803, l’allievo di Smith Thomas Robert Malthus, autore di una fitta corrispondenza trentennale con l’amico e collega David Ricardo, denunciò, nel “Saggio sul principio di popolazione”, la tragedia delle innumerevoli morti dei “barboni” per fame, freddo e totale oblio da parte delle società del tempo: i mezzi di sussistenza – rilevò Malthus – crescono con progressione aritmetica, mentre la specie umana aumenta con progressione geometrica, tanto che oggi, dopo due secoli, gli “ospiti” del pianeta hanno ampiamente superato la soglia dei 7 miliardi.
Secondo le stime ONU sono circa un miliardo i disperati privi di risorse alimentari e costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno, non solo nel grande continente africano. Al di là dell’encomiabile impegno della Chiesa cattolica, i cui missionari all’estero (sacerdoti, suore e laici) vengono talvolta perseguitati e perfino uccisi nei Paesi più poveri, non sarebbe opportuno, almeno qui in Italia, che il nostro Governo intervenisse a favore degli homeless?