Dalle macerie dell’Ucraina il grido di dolore di migliaia di madri
di Adriano Marinensi
Che nel secolo XXI, in parte già trascorso, si potessero rivivere le nefandezze della germanizzazione di Adolf Hitler e, per di più, a danno di minori, è uno spaventoso accadimento. Eppure talune fonti attendibili questa notizia la danno per certa. Ecco un titolo: “La vita dei bimbi rapiti in Ucraina, tra educazione militare e lezioni di storia russa” (Il Messaggero – 20 marzo 2023). Se la verità è questa, sarebbe un abominio. Così come lo fu il progetto nazista alla fine degli anni ’30 del ‘900.
Il piano di distruzione delle coscienze per mettere in campo soldati pronti a combattere anche contro i propri connazionali, è un disegno grigio con conseguenze sia dal punto di vista politico, sia morale. La storia ci dice che quello nazista fu un tentativo di integrazione forzata per imporre una pretesa gerarchia dei popoli con al vertice il predominio assoluto del regime hitleriano. La razza dominante, quella ariana, destinata, secondo l’ideologia nazionalsocialista, a governare con la forza il mondo.
Una simile operazionepare faccia parte di un programma – sicuramente di dimensioni minori, destinato ad egemonizzare parte delle regioni orientali – coltivato dagli oligarchi del Cremlino per “allevare” all’odio futuri aggressori di stampo sovietico. E’ l’immagine di una operazione che pare si stia riproducendo in un Paese, la Russia, che credevamo approdato alla civiltà. Se non alla democrazia, almeno alle forme basilari del processo culturale di rinnovamento.
Purtroppo non si tratta di notizie provenienti da fonti vaganti, ma dei risultati di una ricerca universitaria che si è avvalsa di testimonianze dirette riguardanti appunto l’inganno perpetrato a danno di migliaia di famiglie ucraine con il falso intervento umanitario di sottrarre i figli dai pericoli della guerra. Pare invece fosse il Programma Putin, avente per scopo, nel medio termine, il rafforzamento dei quadri militari della riproposta Armata rossa. Insomma, giovani per la guerra, l’unico strumento conosciuto a Mosca per risolvere le controversie internazionali. Di seguito c’è da aspettarsi soltanto la riproposizione dei lebensborn, naziste,le “sorgenti di vita” destinate alla produzione di campioni di pura razza ariana per la Grande Germania del futuro. La Grande Germania come la Grande Russia?
Ora un’altra notizia viene dalle macerie delle città ucraine: E’ il grido di dolore di tante madri che chiedono aiuto per ritrovare i loro figli scomparsi. Una sorta di Chi l’ha visto? dall’eco infausta, perché riferita alla ricerca di una umanità innocente alla quale sono imposte sofferenze crudeli. Aiutateci a ritrovarli! Sono i “Children of war” smarriti e fatti oggetto del più spregevole ricatto dell’era moderna. Confesso: All’inizio ho pensato che notizie così forti non fossero vere; invece è tornato il tempo dei lupi.
Gli “aggressori” d’un tempo pari a quelli di oggi
Per associazione di idee e di efferatezza, la mente mi è retrocessa di cinque secoli. Sono tornato al 1527 quando un’orda di barbari scese in Italia e prese d’assalto la città di Roma. Era di maggio quando i lanzichenecchi giunsero alle porte. Quei “feroci saladini” erano mercenari di parte imperiale, al servizio di Carlo V, Capo del Sacro Romano Impero. Il termine lanzichenecco, tradotto letteralmente dal tedesco, significa servo della terra e indicava contadini che avevano lasciato i campi per praticare il più ricco mestiere delle armi: meglio prezzolati che zappatori. Carlo V li mandò in Italia per contrastare la Lega di Cognac, sua avversaria, della quale faceva parte il Pontefice Clemente VII (Giulio dei Medici). Detto il Papa giovane – 45 anni al momento dell’elezione -figlio illegittimo di Giuliano, vittima della Congiura dei Pazzi.
Erano in prevalenza protestanti i lanzichenecchi e quindi avevano una ragione in più per essere nemici del Papa e dei cattolici romani. Allora, entrarono in Roma e – per dieci mesi – dettero l’assalto alle bellezze ed alle ricchezze dell’Urbe, usando brutalità e ferocia. Per altrettanto tempo Clemente rimase rintanato nell’inespugnabile fortezza di Castel Sant’Angelo. Andarono ben oltre le intenzioni di Carlo V gli invasori e, siccome in arretrato con il pagamento del soldo, fecero di testa loro. Gli aggressori di allora, barbari al pari di quelli di oggi, le armi sempre a portata di mano. Tracotanza e furore.
A farne le spese un gran numero di preti, di suore, molti luoghi di culto e preziose opere d’arte. Il bilancio finale, in perdite di vite umane, fu tragico. Gli storici l’hanno quantificato così: 20.000 cittadini uccisi, 10.000 profughi e 30.000 persone morte per la peste scoppiata a Roma e portata dagli stessi lanzichenecchi. I quali, di fronte a tale flagello, lasciarono Roma.
I secoli, dal XIV al XVI, furono un periodo guerresco per molte zone del nostro Paese. Dove chi aveva la forza la usava e prevaleva. In particolare, l’epoca delle Compagnie di ventura, masnade di soldati di mestiere – pressappoco come i lanzichenecchi – disponibili a combattere per qualunque padrone, a scopo di lucro. Sono diventate storicamente note con i nomi dei loro Capitani. Molti “nordisti”: Bartolomeo Colleoni, Francesco Sforza, Giovanni dalle Bande nere, Muzio Attendolo Sforza; e alcuni pure legati all’Umbria, come Erasmo da Narni (il Gattamelata), Braccio da Montone, Alberico da Barbiano (nato in Romagna, morto e sepolto a Città della Pieve).
Tempi duri anche per la cristianità, alle prese con la ribellione di Martin Lutero (1483 – 1546) che, all’inizio, se la prese con la vendita delle indulgenze, “inventata” da Papa Leone X per rimpinguare le casse vaticane, rese quasi vuote, causa gli onerosi impegni finanziari richiesti dalla ricostruzione della Basilica di S. Pietro. In buona sostanza, un peccato, una offerta (pagamento contanti), una remissione della colpa. E il Paradiso a porte aperte. Lutero prese carta e penna, scrisse le famose 95 tesi e le inchiodò sulla porta della Basilica di Wittenberg, in Germania. Gli procurarono la scomunica e il bando dalle terre dell’Impero. Però, il seme dello scisma era stato messo a dimora e presto la pianta parve destinata a superare i secoli, con la sua sfida teologica all’autorità papale.
Contro l’affermarsi del Luteranesimo, la Chiesa mise in campo la Controriforma dettata dal Concilio di Trento, aperto nel 1545 e durato 19 anni.Per punire più severamente le eresie, Papa Paolo III istituì il Tribunale del Sant’Uffizio. Nel 1540, aveva approvato la Compagnia di Gesù, fondata dallo spagnolo Ignazio di Loyola. Dunque, le aggressioni di quel tempo e i corsi e ricorsi della storia.