Anche Terni vive il pericolo di una democrazia vuota e infruttuosa
di Adriano Marinensi
Giambattista Vico, napoletano di nascita e di morte, vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700, filosofo e letterato, sosteneva che gli accadimenti umani sono soggetti ai corsi (la civiltà) ed ai ricorsi (la barbarie) della storia. Si ripetono con le medesime modalità a distanza di tempo per un disegno della Provvidenza. A dargli retta, gli ultimi anni che il mondo ha vissuto debbono far parte dei ricorsi (la barbarie).
Da quando siamo usciti dai pericoli della guerra fredda che aveva diviso la scena in due teatri contrapposti, rapportati tra loro in cagnesco, c’era parso di cogliere un periodo di quiete (la civiltà). Ora, i conflitti in corso hanno dimostrato il ritorno all’epoca precedente, rimettendo addirittura in piedi la “cortina di ferro”. E’ sostanzialmente mutato, insieme al quadro economico, quello del potere.
Alcuni aspetti storici sono evidenti: 1) Gli Organismi sovranazionali hanno perso ascolto; 2) Gli Stati Uniti, considerati gendarmi del Pianeta (seppure con alcuni eccessi di troppo), non riescono più a svolgere ruoli equilibratori; 3) Lo Zar del Cremlino ha rispolverato le vecchie mire dell’imperialismo sovietico, facendo tornare di moda l’irrefrenabile politica aggressiva di stampo hitleriano; 4) L’antisemitismo e il suo radicalismo contrario hanno ripreso vigore. Morte e distruzione non tormentano più le coscienze, sorde all’orrore.
E ancora: 5) L’Unione Europea, di fronte ai venti di guerra in atto ai suoi confini, non è riuscita ad esprimere una linea comune, appesantita dalla zavorra sovranista; 6) Aleggia ferale, di tanto in tanto, il fantasma delle armi nucleari; 7) L’esodo, quasi biblico, dai territori africani, con le morti in mare, continua a sottolineare le sofferenze di intere popolazioni. Tutte queste forti asperità sopravvenute hanno rigettato l’umanità nel clima insicuro che, anni addietro, ha condizionato lo sviluppo umano, minacciando la concordia e la Pace.
Siamo ai ricorsi, quindi alla barbarie, di Gianbattista Vico. I fatti sembrano dimostrare che la realizzazione di un mondo pacifico, giusto, socialmente solidale sia una utopia. E fa aumentare la responsabilità e la missione degli operatori di Pace. Gli appelli solenni che vengono da alti pulpiti restano inascoltati e i rapporti internazionali restano invariabilmente tossici.
Pensiero stagnante
Se Terni, invece di una città, fosse amica mia, gli chiederei: “Come va la vita?” Di sicuro mi risponderebbe: “Non troppo bene. La salute (economica, politica, sociale, culturale) non è un granché. Sto invecchiando insieme a tanti problemi che da tempo mi porto appresso. Sono in difficoltà e chi mi tiene in cura mostra scarsa capacità terapeutica”. Insomma, un’anatra zoppa, in Umbria. Mentre stavo virtualmente dialogando con Terni, un giovanotto concittadino, che mi è parso male in arnese, anche lui virtualmente, mi ha domandato: “Se tu avessi un figlio sulla ventina come me, che consiglio gli daresti per aiutarlo a costruire il suo avvenire?”
Il primo problema che oggi un giovane ternano – terminati gli studi e trovandosi in obbligo di lavoro – il primo problema da affrontare è il vagabondismo occupazionale. La situazione locale è precaria. L’offerta pubblica è quasi chiusa e quella privata, nel passato prevalentemente ancorata ai settori siderurgico e chimico, si presenta pressoché stagnante. Altre iniziative imprenditoriali di spessore non ci sono e non ci saranno, vista la situazione poco attrattiva e incentivante della politica locale.
Per chi ha acquisito una professionalità elevata, attraverso lo studio, e cerca un impiego di qualità, l’avvenire è altrove. Qui regna pure l’anemia democratica. Ad un giovane (oserei scrivere) di belle speranze, pure questa carenza, pesa enormemente. Stare fuori da ogni iniziativa decisionale, per un intelletto dinamico è demotivante. Siamo rimasti alla vecchia insufficienza aggravata da uno stile di basso profilo nel fare amministrazione che non crea spazi di confronto e preferisce esprimere posizioni autoritarie anziché autorevoli.
Manca l’ideazione programmatica della classe dirigente e dietro l’angolo non si intravvedono nuovi lavori in corso e occasioni di rilancio. L’impressione è di camminare lungo un sentiero che nessuno è in grado di trasformare in strada maestra. In più sta prendendo piede un tipo di confronto che qualcuno ha ritenuto di volgarizzare con sceneggiate sgradevoli, talvolta al limite dell’offesa. Qualcuno al quale “questa città inizia a stare – parole sue – sui c … orbezzoli (termine sostitutivo di altro irripetibile). Da far pena. E sono tanti i Don Abbondio in giro che tengono il capo chino sul breviario per non vedere i Bravi che vanno loro incontro.
A proposito del problema che si crea quando una città finisce di traverso (?) a chi la amministra (Terni, per esempio), le soluzioni sono due: O se ne va la città oppure chi la sente pesargli addosso. Siccome la città non se ne può andare, al dilemma bicornuto rimane un corno solo: l’uscita di scena dell’Amministratore sfastidiato. In verità, un terzo corno ci sarebbe: il rinsavimento degli elettori (per esempio, quelli ternani) i quali, alla ormai imminente occasione del voto regionale ritirino, quasi per intero, la fiducia al partito di governo locale. A fin di bene per tutti, si capisce!
Pensiero aggiuntivo
La notizia allarmante, che sento il dovere di richiamare, pur se fuori testo, è questa: “Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ricavati da una ricerca scientifica, nel 2023, il 20.5% della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni, (vale a dire oltre 10 milioni di persone) è risultata fumatrice. Uomini e donne fanno a gara nel consumo delle sigarette.
E 9 diagnosi di tumore del polmone su 10 sono causate dal fumo del tabacco. Il che equivale, in Italia, a 40.000 nuovi casi nell’anno anzidetto La diffusione legale della “tabaccosi” equivale ad un reato di illegale istigazione al suicidio. O, quanto meno, ad una grave malattia. Il fumo delle sigarette è un fenomeno (anti)sociale ancora largamente diffuso con un elevato costo umano e sanitario che contravviene ad ogni regola e ad ogni briciolo di intelligenza. Meditate tabaccodipendenti, meditate!