Messa alla prova richiesta dal professionista. Il paziente viveva a Ceseggi di Sellano, coinvolta la guardia medica di Colfiorito
Un medico della guardia medica di Colfiorito, in servizio presso la Asl Umbria 2, è finito sotto accusa per essersi rifiutato di prescrivere la morfina a un malato terminale. L’uomo, dimesso pochi giorni prima dall’ospedale con indicazione di cure palliative, è morto il giorno successivo alla richiesta di aiuto del fratello.
A dare la notizia è il Corriere dell’Umbria in un articolo a firma di Francesca Marruco. Secondo quanto riportato, i familiari della vittima avevano provato a contattare il medico ben nove volte senza ricevere risposta, per poi proseguire in una vera e propria “via crucis” telefonica durata ore. Solo l’intervento del 118 permise di attivare un contatto, seppur tardivo.
Il medico, 69 anni, è accusato di omissione di atti d’ufficio. Secondo la ricostruzione della procura, si sarebbe rifiutato di fornire l’assistenza richiesta, ossia una visita a domicilio e la prescrizione di terapie antidolore. Il professionista, assistito dall’avvocato Aurelio Pugliese, ha chiesto la messa alla prova nell’ultima udienza di marzo. L’eventuale accoglimento dell’istanza, su cui si sono espressi favorevolmente il gip Maria Silvia Festa e il pm Vincenzo Ferrigno, è subordinato al risarcimento della famiglia del defunto, rappresentata dall’avvocato Filippo Teglia.
Nel fascicolo si evidenzia anche la mancata attivazione delle cure palliative, forse legata all’isolamento geografico della frazione di Ceseggi di Sellano, dove viveva il paziente.