Nelle immagini della videosorveglianza l’intera sequenza della brutale aggressione, ma l’assassino ha il volto coperto
Salvatore Postiglione, l’operaio di 56 anni ucciso a Foligno con tredici coltellate, molto probabilmente conosceva il suo assassino. È quanto sembrerebbe emergere dalle immagini al vaglio degli inquirenti riprese da una telecamera di videosorveglianza.
Gli uomini della Squadra Mobile di Perugia stanno cercando di dare un volto all’aggressore dell’operaio di origini napoletane, anche se la fitta nebbia presente in quel momento e la distanza della telecamera dal luogo del delitto non rendono semplice l’identificazione dell’omicida.
Di certo c’è che Postiglione, come era solito fare, anche all’alba di giovedì 7 novembre si è recato con l’auto aziendale di una ditta edile, una Citroen Xara station wagon, in un parcheggio nella zona industriale de La Paciana per incontrare i suoi colleghi e accompagnarli in cantiere. Ed è qui che è avvenuta l’aggressione, intorno alle sei del mattino.
L’uomo è stato ritrovato a terra da due donne di una impressa di pulizie e subito dopo l’allarme è stato trasportato dal 118 al San Giovanni Battista dove è deceduto poco dopo.
Il magistrato Vincenzo Ferrigno della Procura di Spoleto, sta collaborando con le indagini della squadra mobile di Perugia e della polizia di Foligno ed ha ascoltato i colleghi, familiari e amici di Postiglione. Le indagini sono concentrate sull’ambiente lavorativo e sulle persone che Postiglione avrebbe incontrato negli ultimi 20 giorni, prima della tragedia.
Tra le persone interrogate ci sarebbe, un muratore di origini albanesi ,interrogto dal capo Claudio Cicchella.
Il personale responsabile delle indagini ha più volte guardato il filmato della cruente lite, nella speranza di individuare l’altro individuo che agiva con il volto coperto.