Effettuarono un parto cesareo tardivo, il bimbo nacque invalido quasi al 100%.
I fatti risalgono a settembre del 2002, tre medici dell’ospedale della città della quintana avrebbero trascurato un donna effettuando il parto cesareo tardivamente e mostrando diverse negligenze mediche, provocando una “ grave invalidità permanente del neonato“.
All’epoca dei fatti i tre professionisti effettuarono tardivamente l’intervento cesareo, nonostante le indicazioni emerse dagli esami e dal quadro generale della situazione clinica della partoriente che consigliavano immediato il parto cesareo, giustificato dalla stessa storia clinica dove era evidenziato che in precedenza la donna aveva effettuato un altro parto cesareo programmato per placenta previa.
Da queste ed altre negligenze emerse dalla consulenza e dalla dettagliata perizia di di due tecnici illustri dell’università Federico II: il professor Claudio Buccelli – ordinario di Medicina legale- e il professor Carmine Nappi -ordinario di Ginecologia e Ostetricia- , si evincono le gravi scorrettezze dei medici a partire dalla cartella clinica, tenuta in malo modo e con correzioni anomale ed illegibili sullo stato di salute della paziente e sull’omessa acquisizione del consenso informato della gestante, inclusa la mancanza dello stato clinico storico che indicava che la donna aveva, a suo tempo, già effettuato un cesareo.

Nella relazione i tecnici indicano “il comportamento negligente, imprudente e irrispettoso delle regole della buona pratica clinica ostetrica” di uno dei tre ginecologi. Lo stesso che “non valutò tempestivamente l’opportunità di interrompere il travaglio e di effettuare immediatamente il parto cesareo, che fu invece eseguito molto tardivamente”.
Con queste motivazioni la sezione giurisdizionale umbra della Corte dei Conti, rappresentata da Piero Carlo Floreani, condannato i tre gincologi in servizio nel settembre 2002 all’ospedale di Foligno, al pagamento di un milione e 884mila euro. di risarcimento, in importi diversi, all’assicurazione dell’Asl2.