Per il giudice l’ex presidente della Regione subì solo pressioni di natura politica
L’ex presidente della Regione, Catiuscia Marini, dopo lo scandalo che coinvolse la politica umbra nell’aprile 2019, aveva sostenuto di essere stata costretta a dimettersi a causa di pressioni e minacce da parte di esponenti del Partito Democratico (PD).
Il giornale La Verità, in un suo articolo riguardante la fuga di notizie legate al caso della Loggia Ungheria, scrisse che i dirigenti le avevano paventato il rischio di un possibile arresto, lasciandole intendere che erano in possesso di notizie riservate sulle indagini in corso, provenienti da ambienti degli inquirenti.
Fu aperta un’inchiesta che aveva coinvolto due esponenti di spicco del PD.
Tuttavia, le accuse di “violenza privata” nei suoi confronti sono state archiviate.
Il giudice delle indagini preliminari ha infatti accolto l’istanza del procuratore capo della Repubblica di Perugia Cantone che, alla chiusura delle indagini, aveva spiegato come gli approfondimenti compiuti non avessero portato a prove di minacce, ma solo a pressioni di natura politica.
Ne dà notizia il Corriere dell’Umbria.