La riorganizzazione punta a cassare le strutture semplici e complesse, eliminando per quanto possibile doppioni e duplicazioni
Azzeramento dei primariati e di tutti i livelli dirigenziali: è quanto prevede il nuovo documento attuativo di riorganizzazione delle aziende ospedaliere-universitarie integrate di Perugia e Terni.
Come scrive oggi Il Corriere dell’Umbria, l’atto, – che è figlio della convenzione e del protocollo stipulati tra Regione e Ateneo nel marzo scorso dopo 15 anni di attesa – dovrà essere definito entro questa settimana per poi essere illustrato alle parti sociali. Si riparte da zero. La riorganizzazione punta a cassare le strutture semplici e complesse, eliminando per quanto possibile doppioni e duplicazioni, con una pianta organica unica distribuita sui due ospedali principali e in interconnessione con i territoriali, che verranno vocati a specifiche “missioni”.
Le caselle delle specializzazioni che verranno fuori dal documento tecnico dovranno essere riempite con apposite manifestazioni di interesse. Lo schema è di suddividere equamente gli apicali tra le parti. Ma la via maestra per scegliere i primari, è stato concordato, dovrà essere il merito. Anche e soprattutto per rendere più attrattiva la sanità umbra fuori regione e invertire la tendenza negativa sulla mobilità sanitaria. “Le direzioni delle strutture complesse – è scritto nella convenzione – sono attribuite favorendo, per quanto possibile, un’equa ripartizione quali-quantitativa tra la componente universitaria e quella ospedaliera”. Al momento la Regione ne ha il 30% e l’Ateneo 70%.
Primo scoglio da superare sarà la nomina del dg dell’ospedale di Terni, dove il dimissionario Pasquale Chiarelli lascerà entro questo mese. Dato che la previsione del riassetto delle aziende ospedaliere-universitarie è atteso tra febbraio e marzo, la giunta regionale, d’accordo con il rettore, sembra orientata a una soluzione ponte nominando Andrea Casciari , ex direttore Usl e attuale vertice della pianificazione regionale. Nel documento di riorganizzazione c’è anche un capitolo dedicato all’abbattimento delle liste d’attesa, problema rimasto irrisolto.
Anche gli accademici potranno essere incentivati. E’ scritto in un passaggio: “Al personale universitario docente e ricercatore convenzionato che si renda disponibile allo svolgimento di particolari attività legate allo smaltimento delle liste d’attesa, è riconosciuto un trattamento integrativo pari a quello corrisposto al personale ospedaliero”. Gli universitari, inoltre, potranno continuare a dedicare un 40% della loro attività alla ricerca.