L’esponente di Forza Italia ha presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Camera sul tema dell’assistenza sanitaria ai detenuti reclusi al San Matteo degli Infermi
Sull’ospedale di Spoleto interviene anche il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulé che porta il caso in Parlamento.
L’esponente di Forza Italia ha presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Camera sul tema dell’assistenza sanitaria ai detenuti reclusi a Spoleto e sulla necessità, prevista dalla legge, di una loro assistenza in strutture sanitarie esterne, a maggior ragione per il fatto che proprio a Spoleto si trovano sottoposti a regime del “carcere duro“ numerosi detenuti.
Ecco alcune dichiarazione dell’on. Giorgio Mulé: “Da tempo seguo con apprensione e preoccupazione crescente le sorti dell’ospedale civile San Matteo degli infermi di Spoleto. Ho dunque presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Camera dei deputati sul tema dell’assistenza sanitaria ai detenuti reclusi a Spoleto e sulla necessità, prevista dalla legge, di una loro assistenza in strutture sanitarie esterne a maggior ragione per il fatto che a Spoleto si trovano sottoposti a regime del “carcere duro” numerosi detenuti. Ho dunque chiesto al ministro della Giustizia se l’ospedale di Spoleto abbia i necessari requisiti per essere individuato come la struttura sanitaria di riferimento in caso di ricovero esterno dei detenuti della casa di reclusione di Spoleto. Il ministero della Giustizia, attraverso il sottosegretario Andrea Ostellari, ha sottolineato l’attuale “grave carenza di personale medico nelle diverse specializzazioni “al centro di recente incontri con le autorità politiche sanitarie locali e regionali. Il pericolo, riconosciuto dal governo, è che se si continuasse al graduale depotenziamento in tutte le sue articolazioni, il destino del nosocomio e quello della “inevitabile chiusura”.
“Alla luce di tutte queste considerazioni sono certo che la Regione Umbria valuterà con la necessaria sensibilità e velocità il futuro dell’ospedale San Matteo di Spoleto” – ha dunque affermato il ministro.
“La mancanza di medici – conclude Mulè – ha comportato numerose traduzioni di detenuti in strutture esterne di cura, anche dei soggetti sottoposti a regime speciale del 41 bis, per i quali la relativa movimentazione comporta impegni di natura economica per l’erario e conseguenti pericoli dal punto di vista della sicurezza”.