L’educatrice perugina di 46 anni è stata iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti aggravati su minori

Schiaffi, sculacciate, un bambino spinto a terra che batte la testa, altri strattonati o presi per l’orecchio, riempiti di insulti, lasciati incustoditi.
Queste sono le accuse rivolte ad una educatrice perugina di 46 anni, titolare di un asilo nido privato, convenzionata, operante in una frazione del comune di Corciano.
L’educatrice è stata iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti aggravati dal fatto che le vittime sono dei minori.
Secondo la Procura perugina guidata da Raffaele Cantone la maestra avrebbe usato violenza su minori di età compresa tra 6 mesi e tre anni, compresi bimbi con problematiche autistiche anche gravi.
Per lei il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla struttura e solo dopo l’interrogatorio di garanzia, previsto per lunedì, deciderà se applicare la più severa misura dell’interdizione temporanea dalla professione.
L’inchiesta nei suoi confronti è partita dalla denuncia di una maestra in servizio nell’asilo corcianese che si è rivolta ai carabinieri e gli ha elencato tutti i comportamenti inappropriati della titolare.
A queste denunce si vanno ad aggiungere quelle di famiglie e colleghe della maestra inquisita, e poi i filmati delle telecamere-spia messe dagli uomini dell’Arma.
Le immagini delle telecamere nascoste avrebbero documentato diversi episodi di maltrattamenti, offese e strattonamenti nei confronti dei bambini che frequentavano la struttura.
Sì, perché già in passato, ai carabinieri di Corciano risultava una denuncia del 2019, quando una coppia di cittadini rumeni presentò un esposto per la presenza di evidenti escoriazioni sul corpo di loro figlio di sette mesi, che in quel periodo frequentava l’asilo gestito dall’indagata.