Crescono le cosche etniche per lo spaccio della droga e la prostituzione, aumentano i furti e le frodi informatiche
Armando Gradone ospite a Palazzo Cesaroni, alla Commissione d’inchiesta antimafia del Consiglio regionale, presieduta da Eugenio Rondini (Lega), è intervenuto sul tema della prevenzione della criminalità nel territorio presentando la fotografia complessa e completa dei reati commessi in provincia di Perugia.
Il Prefetto ha tenuto a precisare che dal al 2017 al 2021 i reati sul territorio di Perugia, nel triennio che va dal 2017-2019, sono stati intorno ai 24 mila casi e sono diminuiti fortemente nell’anno successivo, oltre il 30 %, a causa della pandemia e dai lockdown. L’attività è diminuita anche nel 2021 con 21 mila casi; mentre i dati relativi al 2022 (non definitivi) evidenziano 20 mila 400 delitti commessi nel territorio perugino. In relazione al fenomeno dei furti sono stati circa 11 mila .
I reati legati allo spaccio di stupefacenti vedono una preoccupante e crescente organizzazione di gruppi criminali etnici, albanesi, nigeriani e tunisini, che movimentano quantitativi importanti di ogni genere di sostanze stupefacenti.
I gruppi nigeriani si segnalano anche per altri reati che attengono lo sfruttamento della prostituzione. Infine sono in aumento le frodi informatiche legate al sempre più massiccio utilizzo degli acquisti online.
In relazione agli interessi legati alle cosche mafiose in Umbria ha spiegato “l’Umbria non mostra fenomeni di consorterie di tipo mafioso ma ha indubbiamente caratteristiche di zona franca, che si presta per attività di riciclaggio, quindi parliamo di vulnerabilità”.
Ad avviso del Prefetto “Non dobbiamo vedere la mafia dappertutto ma dobbiamo sviluppare un olfatto particolare per fiutare queste cose. A Perugia da anni ci sono diversi soggetti originari della Calabria ma che ormai sono umbri, perché hanno studiato qui o lavorano qui, sono umbri a tutti gli effetti ma hanno mantenuto relazioni con la terra di origine e in qualche caso utilizzano proventi acquisiti da cosche calabresi. Parliamo di piccole attività nel campo dell’edilizia, della ristorazione, recentemente anche compravendita di piccole imprese”.