Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top Wines evidenzia le conseguenze più immediate
Con una lettera inviata al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, i responsabili dei Consorzi di Tutela dei vini italiani e dell’Umbria hanno richiamato l’attenzione su una misura che rischia di compromettere uno dei pilastri dell’eccellenza italiana a causa dell’introduzione di dazi sulle importazioni di vino negli Stati Uniti,
Il mercato statunitense assorbe ogni anno oltre 3,5 milioni di ettolitri di vino italiano, confermandosi come il principale sbocco per l’export vitivinicolo italiano: un dato che evidenzia l’importanza strategica degli Stati Uniti per il settore, oggi minacciato dalla disputa commerciale tra Unione Europea e USA.
I Consorzi di Tutela dei vini dell’Umbria lanciano un appello al Ministro e alla Commissione Europea: escludere il vino italiano dai dazi di ritorsione è fondamentale per tutelare il Made in Italy, gli investimenti e le politiche di promozione messe in atto negli ultimi anni.
“Ci uniamo all’appello degli altri consorzi vitivinicoli per esprimere la nostra forte preoccupazione riguardo ai dazi sulle importazioni di vino negli USA. Gli Stati Uniti rappresentano il nostro principale mercato di esportazione. Comprometterne l’accesso significherebbe limitare il ruolo del vino italiano come ambasciatore di cultura, eccellenza e identità nel mondo”.Questo il contenuto del docuemento.
Anche i Consorzi della Regione Umbria si uniscono alla richiesta, sottolineando che eventuali dazi avrebbero un impatto devastante anche a livello locale. Il comparto vinicolo umbro, con le sue eccellenze enologiche, verrebbe colpito in maniera diretta e profonda. “Mettere a rischio il nostro accesso al mercato statunitense significherebbe vanificare anni di sviluppo del Made in Italy e ostacolare la crescita della nostra competitività internazionale”.
Umbria: servono strategie per affrontare la crisi

Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top Wines, la cooperativa che riunisce numerose cantine umbre, evidenzia le conseguenze più immediate:
“L’effetto principale sarà la riduzione dei volumi esportati, con un impatto diretto soprattutto sui vini di fascia media e entry level. L’Umbria deve affrontare questa sfida con determinazione, valorizzando le sue peculiarità territoriali”.
Sepiacci rilancia la necessità di:
- Potenziare la presenza nei mercati emergenti
- Investire nella digitalizzazione della distribuzione
- Creare sinergie con altri settori del Made in Italy
Secondo Sepiacci, solo un’azione congiunta tra istituzioni, consorzi e produttori può garantire la competitività del vino umbro nel contesto globale.
L’enoturismo a rischio: parla il Movimento Turismo del Vino Umbria
Anche il settore dell’enoturismo in Umbria rischia gravi conseguenze. A lanciare l’allarme è Giovanni Dubini, presidente del Movimento Turismo del Vino Umbria, “Negli ultimi anni l’enoturismo ha rappresentato una risorsa straordinaria per la nostra regione, attirando sempre più visitatori, italiani e stranieri. Ma l’introduzione di dazi penalizzerebbe la competitività delle nostre aziende e limiterebbe l’accesso ai mercati internazionali”
La scelta del Presidente Trump rischia di creare danni catastrofici per il settore in considerazioine del fatto che l’Umbria ha investito molto nell’offerta enoturistica, combinando esperienze autentiche e paesaggi unici con la promozione dei propri vini. Una sinergia che rischia di essere compromessa proprio quando il settore iniziava a raccogliere i frutti.








